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Industria calzaturiera, ripresa tra luci e ombre anche per la Bat
Gli imprenditori pugliesi al Micam di Milano, la più importante fiera internazionale del settore
BAT - Nel 2022 l’industria calzaturiera italiana è tornata ai livelli pre-covid con un fatturato di 14,49 miliardi di euro (+14 per cento rispetto al 2021) ed esportazioni aumentate del 23,3 per cento in valore. Questi i dati emersi durante il Micam, la più importante fiera al mondo del settore calzaturiero appena conclusa a Milano.
«Sebbene il quadro di insieme sia incoraggiante, dopo un biennio complesso, ci sono alcune indicazioni meno confortanti. In primis la disomogeneità della ripresa e poi le conseguenze delle dinamiche inflattive sugli utili delle aziende. A ciò si è aggiunto, a fine febbraio, lo scoppio di un conflitto di cui ancora oggi non si vede la fine, in un’area da sempre tra i maggiori clienti di alcuni distretti calzaturieri italiani», ha sottolineato Giovanna Ceolini, presidente di Assocalzaturifici, l’associazione che raggruppa tutte le aziende del settore che da lavoro ad oltre 600.000 unità.
Se i distinguo della signora Ceolini li trasferiamo in Puglia, che quadro ne emerge? Intanto va registrato un calo di calzaturifici e indotto che secondo Infocamere-Movimprese, nel 2022 è stato di 44 aziende in meno sul 2021 ma con una crescita di +676 addetti, nonché una contrazione di ore di cassa integrazione guadagni autorizzate da INPS nel 2022 per le imprese pugliesi della filiera pelle, dell’80,2 per cento in meno rispetto al 2021.
E, quindi, l’analisi della presidente di Assocalzaturifici sulla disomogeneità della ripresa si adatta molto bene alla situazione pugliese. Tant’è vero che abbiamo avuto la sensazione che diverse aziende della provincia di Barletta, Andria, Trani avrebbero disertato il Micam. Una percezione confermata anche da qualche operatore che abbiamo avuto modo di incontrare per capire gli umori degli operatori pugliesi. Che, in maggioranza ci sono sembrati soddisfatti della presenza alla fiera, oltre ad avere la certezza di una ripresa sicuramente interessante, dice Giuseppe Doronzo, titolare del calzaturificio Pink Shoes di Barletta, fondato dal padre Stefano nel 1991 e che lui non vede l’ora di farsi affiancare dai figli che attualmente studiano a Milano.
Doronzo ha inaugurato il 2023 con un investimento importante per dotarsi di macchinari più moderni e, sicuro della ripresa, ha presentato diverse novità di mocassini chiusi per donna della collezione autunno-inverno, oltre a studiare i modelli che proporrà per la collazione primavera-estate. «Il mio ottimismo si è rafforzato dagli incontri che ho avuto in fiera con buyers prevalentemente europei che non vedevo da parecchio tempo».
Sul ritorno al Micam di questi buyers è molto soddisfatto anche Vincenzo Lotti, presidente del Calzaturificio Fratelli Lotti di Trani, fondato negli anni ’50 e che insieme a tre fratelli porta avanti dalla fine degli anni Ottanta. Anche Lotti produce scarpe per donna, presentati con due marchi – Nacrée e Bottega Lotti – e in collezioni sempre innovative perché, dice “noi puntiamo su calzature classiche che devono comunque essere sempre alla moda”. Insomma, Lotti è un riferimento per la donna elegante ma anche per i rivenditori perché l’azienda tranese è presente prevalentemente nel dettaglio che anche per il settore calzaturiero è un mercato molto difficile e non solo nel nostro Paese.
Nello stand di Canapè, calzaturificio di Trani che sul mercato è presente con il marchio Bianca D, incontriamo Angelo Di Cugno, responsabile della produzione, che è sicuro che ci sono buone prospettive per il settore calzaturiero della Bat. Da Canapè, in fiera, sono arrivati buyers di tutti i Paesi del Nord Europa, anche dell’Ucraina. Ottimi sono anche i riscontri delle vendite al dettaglio registrate nelle regioni del Centro-Nord. E, quindi, la ripresa c’è, anche se non manca la paura di una improvvisa crisi.
Meno ottimista è stato Mario Mariano di Best Group, azienda di Barletta che con il marchio Privato, propone sneakers vegan eco-friendly realizzate con materiali riciclati e fibre vegetali come ananas, mais e cotone. L’imprenditore barlettano avrebbe notato una contrazione della presenza di buyers stranieri, in particolare francesi che, forse, per la sua azienda è uno dei mercati più importanti. Più entusiasta la figlia Adriana che proiettandosi verso il futuro, ha attivato la vendita online delle calzature Privato che sono per il 90% destinati alla donna e il 10 per cento sneaker per uomini.
La vendita online per il momento è limitata all’Italia perché Andriana è stata impegnata ad ampliare l’offerta ad abbigliamento e costumi da bagno. Adesso, a quanto pare, Privato sarebbe già pronto per varcare i confini nazionali anche perché le sneaker vegan eco-friendly stanno incontrando il favore dei consumatori che vogliono dare il proprio contributo a preservare il pianeta.