TRANI - Una maxi truffa ai danni della Regione Puglia per un importo di quasi un milione di euro. È quanto la procura di Trani contesta a sei imprenditori della zona, accusati di truffa aggravata ai danni dello Stato. Il sostituto procuratore Roberta Moramarco ha chiesto il rinvio a giudizio nei confronti di Angelo Giangrande, 55 anni, nato a Margherita di Savoia ma residente a Modugno; Ciro martire, 66 anni, di Trani; Giuseppe Detto, 60 anni, di Trani; Nicola Paradiso, 62 anni, di Trani; Nicola Di Perna, 50 anni, di Trani, e Nicola Andrea Patella, 65 anni, di Margherita di Savoia. Sono due i capi di imputazione contestati.
In un caso l’inchiesta, condotta dai militari della Guardia di Finanza, ruota intorno ad una società di Bisceglie denominata «Bimar srl», attiva nel settore della depurazione, trattamento e commercializzazione di prodotti ittici. Giangrande viene indicato come legale rappresentante, mentre Martire, Detto e Paradiso come soci. La ditta in questione avrebbe partecipato ad un bando della Regione Puglia per l’erogazione di fondi europei per la pesca , nell’ambito del Fep 2007 - 2013.
Secondo quanto sostenuto dall’accusa, l’impresa avrebbe prodotto preventivi di spesa falsi, al fine di far risultare realizzati gli investimenti «indicati nel progetto nr.78/TR/2010/PU». Nello specifico si fa riferimento ad una costruzione di una copertura in lamiera con due carroponti. A riprova sarebbero state prodotte una serie di fatture che si ritengono false, emesse da Nicola Di Perna, rappresentante legale della società «Officine Di Perna»: una pari a 6.050 euro, un’altra di 97.600, e un’altra ancora pari a diecimila euro. Si sarebbe paventata anche l’assunzione di 10 dipendenti. In tal caso, i contributo erogato era pari a oltre 721mila euro, erogato in tre tranches fra il 2013 ed il 2016.
La seconda contestazione, invece, riguarda un’altra azienda, la «Torelli srl» di Trani Bisceglie, che vedeva Martire in qualità di legale rappresentante, Detto, paradiso e Patella in qualità do soci. Lo schema della presunta truffa è sostanzialmente analogo a quello precedente. Anche in questo caso la ditta partecipa al bando regionale per l’erogazione di fondi europei per la pesca, dell’ammontare complessivo di 794.554,67 euro, emesso in tre tranches dal 2013 al 2015.
Secondo il teorema accusatorio l’azienda avrebbe prodotto preventivi di spesa falsi e far falsamente risultare una serie di investimenti: in particolare l’acquisto di due carroponti e 84 cestelli in acciaio inox, producendo false fatture, emesse dalla ditta Di Perna. Fin qui le accuse, che prima di essere ritenute fondate dovranno passare al vaglio di un giudice. L’udienza preliminare è stata fissata per il prossimo 22 dicembre innanzi al gup Ivan Barlafante: in quella sede la Regione Puglia, che agli atti risulta persona offesa, avrà la possibilità di costituirsi parte civile al fine di chiedere il ristoro del presunto danno subito. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Antonio La Scala, Morena Martire e Vincenzo Operamolla.