Riqualificazione
Trani, «La Lampara tornerà presto al suo antico splendore»
Il sindaco Bottaro ipotizza la rinascita dello storico locale, «ma non sarà una discoteca a cielo aperto»
TRANI - «Non una grande discoteca a cielo aperto, ma un locale dignitoso e signorile, esattamente come quando nacque nel 1954». Così il sindaco, Amedeo Bottaro, ipotizza la «nuova» Lampara, vale a dire il locale di viale De Gemmis che rappresenta il fiore all’occhiello del patrimonio comunale, sebbene chiuso dal 2018 ed oggi ridotto ad autentico rudere con tanto di pericolo di crollo che, in parte è già avvenuto all’interno.
Sabato prossimo, seppure parzialmente, un altro storico pezzo della penisola di Colonna, il Monastero, riaprirà dopo dieci anni di chiusura. Ma non si tratta, in ogni caso, di una iniziativa estemporanea perché, nel frattempo è stato già emanato il bando per la futura concessione dell’ex pizzeria da Felice, in piazza Marinai d’Italia, con durata della locazione fino a 25 anni.
A breve lo stesso accadrà anche con La lampara, che nel 2024 compirà 70 anni: si spera di celebrare quel compleanno con un nuovo concessionario, ma il divario fra lo stato attuale dei luoghi e quelli che fra due anni si potrebbero determinare appare oggi veramente impietoso. Ciononostante il sindaco Amedeo Bottaro si dice fiducioso e soprattutto, traccia un indirizzo di massima di quello che la nuova Lampara dovrebbe essere: un locale di classe, che distinguerebbe dalla massa e riporterebbe a Trani un target di pubblico sufficientemente alto.
Oggi, però, lo scenario è di quasi totale devastazione: e allora? «Si tratta di capire chi fa cosa - risponde Bottaro -. Il dirigente sta definendo tutte le questioni giuridiche e gestionali, in merito alle quali non posso e non voglio entrare - chiarisce il sindaco -. Probabilmente si valuteranno i diversi progetti che i privati che parteciperanno alla gara presenteranno, ed ai fini dell’aggiudicazione si confronteranno la tipologia di ciascun progetto con quella di attività che vi si vuole svolgere».
Ed è proprio in questa direzione che Bottaro formula il suo auspicio politico: «Mi piacerebbe che La lampara non si trasformi assolutamente in qualcosa di diverso da quello che è sempre stato storicamente e non sia assolutamente una discoteca all’aperto. Siamo in una zona della città che sta diventando sempre più residenziale e quindi dobbiamo anche rendere le due realtà compatibili fra loro. Per questo credo che La lampara debba tornare ad essere quello che era e, chi presenterà un progetto che si muova in questa direzione, sicuramente troverà maggiori favori nella da parte la commissione giudicatrice rispetto agli indirizzi generali che l’amministrazione ha dato».
Il nuovo bando Lampara, in ogni caso, dovrà innestarsi in uno scenario di contenziosi ancora aperti. Presso il Tar Puglia prende il ricorso della società Gestione Maggi, contro il Comune di Trani, per la mancata aggiudicazione della gara per l’affidamento in gestione della Lampara emanata nel 2018.
Quattro erano state le offerte pervenute, il seggio di gara ammetteva unicamente la gestione Maggi, ma poi il Comune faceva sapere a tutti i partecipanti della carenza del requisito dell’esercizio di attività compatibile per almeno tre anni, e la gara si intendeva così conclusa senza alcuna aggiudicazione definitiva.
Nel frattempo i giudizi promossi dall’ultimo concessionario del bene, la Cooperativa lavoratori La lampara, sono stati dichiarati perenti ma, sempre da parte della cooperativa, sono ancora in piedi due giudizi civili in merito ai quali, però, è in atto un percorso finalizzato a concluderli con delle transazioni.
La lentezza della burocrazia, però, in misura inversamente proporzionale ha accelerato il degrado che è sotto gli occhi di tutti. Ormai da quasi cinque anni.