Verso la maxi-festa
Jova Beach Party, è polemica a Barletta. Gli ambientalisti: «Spostate il concerto»
Paventati rischi per l’ecosistema. Ma l’appuntamento è confermato
BARLETTA - «È qui la festa?». Certo e dove altro può essere, se no? Certi concerti fanno grandi giri e poi ritornano. Anzi, raddoppiano. Come le polemiche. Che non sono mancate neppure quest’anno, da Lignano Sabbiadoro a Marina di Ravenna, da Marina di Cerveteri a Barletta, dove sabato 30 e domenica 31 luglio il lungomare Pietro Mennea farà da sfondo al Jova Beach Party.
Tutto pronto (o quasi), insomma, dopo il primo tour di 3 anni fa, per questa sorta di «Hellzapoppin'» riveduto, corretto e adattato all’esplosione cultural musicale della società di massa. Con contorno di perplessità sull’uso e consumo dell’ambiente, nonostante, così come nel 2019, il Wwf sia partner della carovana musicale. E nonostante lo stesso Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, già alla presentazione della seconda edizione del tour abbia posto l’accento sul progetto Ri-Party-Amo che si propone di pulire 20 milioni di metri quadri spiagge, laghi, fiumi e fondali più 6 macro azioni di ripristino degli habitat e un piano formativo per più di 250mila studenti, borse di studio e programmi per la scuola.
Le correnti dell’ambientalismo sono variegate: per Enpa, Italia Nostra, Lipu, Lega Nazionale per la Difesa del Cane, Marevivo, circoli Legambiente, si tratta di «compensazioni» che non cancellano i timori sulla fragilità di un ecosistema a rischio. Così hanno chiesto di spostare l’evento altrove (senza successo), anche a Barletta. Dune, tutela del fratino e compattamento meccanico della sabbia sono in cima alla lista delle preoccupazioni. Stamattina il sindaco Cannito illustrerà «tutte le informazioni e raccomandazioni riguardanti il grande evento». Lo show può iniziare.