Margherita di Savoia, 24enne morto mentre getta spazzatura: c'è l'inchiesta
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29 Gennaio 2020
MINERVINO MURGE - «Galeotto» è stato il suo profilo Facebook. Aveva postato sul social una foto che lo ritraeva imbracciando una carabina accanto ad un cinghiale abbattuto ed ancora sanguinante. Quella foto è costata cara ad un giovane pseudo cacciatore coratino che è stato denunciato per porto d’armi illegale in luogo pubblico e per il furto aggravato di selvaggina.
Le indagini condotte dai militari della stazione Parco di Ruvo sono state avviate proprio dopo la segnalazione della fotografia incriminata grazie alla quale è stato semplice risalire all'identità del cacciatore. Il giovane, in realtà, già sottoposto in passato a controlli dei militari risultava essere in possesso della sola licenza per uso sportivo e non per fini venatori, e inoltre risultava detenere un fucile tipo carabina identico a quello imbracciato nella foto.
Grazie agli accertamenti successivi è stato anche appurato che l’abbattimento del cinghiale è avvenuto sul territorio murgiano, nell’agro di Minervino Murge, e nel periodo primaverile, ossia quando la caccia è chiusa. Infatti il porto d’armi ad uso sportivo non consente il trasporto delle stesse armi verso luoghi diversi dai poligoni di tiro né l’esercizio dell’attività venatoria. Il furto venatorio invece trova principio nel fondamento che, ai sensi di legge, la fauna costituisce patrimonio indisponibile dello Stato e non può essere detenuta e prelevata in assenza di specifica licenza ad uso caccia.
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