Droga, condanne definitive per sette trafficanti di Andria
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Linda Cappello
20 Giugno 2019
ANDRIA - Si toglie la vita impiccandosi nella camera di una comunità terapeutica. Sara, nome di fantasia, è morta così. A soli 16 anni. La giovane studentessa leccese ha deciso di concludere la sua esistenza, particolarmente tribolata negli ultimi mesi, in un centro di Andria dove si trovava per essere seguita da personale specializzato.
La tragedia è avvenuta martedì mattina. Intorno alle 15 un’operatrice è entrata nella stanza della ragazza, trovandosi davanti agli occhi una scena agghiacciante: Sara non respirava più, aveva un laccio stretto intorno al collo con il quale si era impiccata legandolo ad una grata della finestra. I soccorsi si sono rivelati inutili, per lei non c’era ormai più nulla da fare.
Subito dopo la telefonata ai familiari, che hanno ricevuto la notizia che nessun genitore vorrebbe sentire: «Sara non c’è più...».
Il padre e la madre della ragazza sono una coppia di professionisti leccesi: oltre alla 16enne hanno anche un altro figlio.
Sara soffriva di un profondo disagio interiore, una forma di depressione che non le ha lasciato scampo.
Da circa sei mesi i genitori avevano chiesto aiuto al Tribunale per i minorenni, per avere un supporto da parte di personale specializzato: la situazione era talmente difficile che gestire da soli il problema della 16enne era ormai diventato impossibile.
Così il Tribunale aveva aperto un fascicolo, prendendo in carico il caso di Sara.
Così era stato avviato un procedimento di volontaria giurisdizione, finalizzato a controllare il corretto esercizio della potestà genitoriale. Alla fine il giudice ha ritenuto che visti i gravi problemi dell’adolescente per lei sarebbe stato più opportuno entrare in una comunità, nella speranza che un percorso di cure specifico avrebbe potuto farla star meglio.
Una scelta che la ragazza non avrebbe mai accettato, tentando più volte di fuggire dalle strutture.
Fino a sabato scorso Sara si trovava in una comunità educativa di Barletta, ma poiché negli ultimi dieci giorni aveva tentato il suicidio ben tre volte il Tribunale ne aveva disposto il trasferimento ad Andria, in una struttura ritenuta più adeguata e attrezzata per risolvere i problemi come quelli della 16enne.
Ma nonostante gli sforzi di tutti, il suo male di vivere ha preso il sopravvento.
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