E' quanto afferma la Confederazione italiana agricoltori: «la diga di Marsiconuovo è da giorni prosciugata». «A rischio tra l'altro le coltivazioni del fagiolo di Sarconi Igp»
23 Agosto 2007
POTENZA - «Da Ferragosto l'irrigazione in Val d'Agri è ampiamente insufficiente specie per le aziende agricole specializzate in produzioni ortive di pregio che hanno bisogno di maggiori quantitativi di acqua». E' quanto afferma la Confederazione italiana agricoltori (Cia) sottolineando, in una nota, "che la diga di Marsiconuovo, 'invasatà per tre milioni 400 mila metri cubi d'acqua, a fronte di una potenzialità di circa sette milioni di metri cubi d'acqua, è da giorni prosciugata, con la conseguente impossibilità da parte del Consorzio di Bonifica Alta Val d'Agri di attingere l'acqua per l'irrigazione".
Secondo il responsabile dela Cia della Val d'Agri, Nicola Pisano, "a rischio sono gran parte dei 1.400 ettari di aziende che coltivano tra l'altro il fagiolo di Sarconi Igp, ortaggi e produzioni ortive di pregio e di reddito. In pericolo inoltre le coltivazioni di mais con le conseguenti ricadute negative dirette sulle aziende zootecniche della valle per i rifornimenti alimentari da destinare al bestiame".
Per la Cia "le responsabilità sono essenzialmente nella cattiva gestione del Consorzio di Bonifica che non si è preoccupato di 'invasarè la diga di Marsiconuovo con un maggiore quantitativo d'acqua e non ha realizzato alcun progetto di ammodernamento delle condotte che perdono acqua".
Secondo la Cia della Val d'Agri, "per correre ai ripari e salvare le produzioni in atto è necessario, come è accaduto in altre occasioni di siccità, che Acquedotto Lucano consenta il prelievo di acqua da alcune delle sorgenti della Val d'Agri da destinare ad uso irriguo".
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