Martedì 16 Settembre 2025 | 15:58

Smartpaper, salvi i 383 posti di lavoro in Basilicata (ma con i trasferimenti in altri siti)

 
ANTONELLA INCISO

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ANTONELLA INCISO

Smartpaper, salvi i 383 posti di lavoro in Basilicata (ma con i trasferimenti in altri siti)

L’azienda pronta a chiudere le sedi di Tito e Sant’Angelo Le Fratte

Martedì 16 Settembre 2025, 13:53

“E’ necessario bloccare immediatamente la procedura di cambio di appalto ed i relativi termini temporali, in attesa dell’incontro che abbiamo chiesto alla Regione dopo le rassicurazioni che ci erano arrivate la settimana scorso. Solo così si potrà chiarire la situazione ed i voli pindarici che si sono visti in questi giorni, Dobbiamo capire con chiarezza quale futuro avranno i lavoratori”. Gianni Galgano, segretario della Uilm, traccia la strada che con i colleghi di Fim, Fiom e Fismic chiede di seguire nell’intricata vertenza della Smartpaper. Dopo le rassicurazioni arrivate mercoledì scorso sul mantenimento dei posti di lavoro e la successiva ipotesi da parte dell’azienda vincitrice dell’appalto Enel, l’Ati composta da Accenture e Datacontact, di chiudere le sedi di Tito e Sant’Angelo Le Fratte, il caso Smartpaper , con in ballo il futuro dei suoi 383 addetti, è esploso in tutta la sua potenza. Agitando sindacati e lavoratori ed animando il mondo politico.

“Devono chiarire quale saranno le sedi di lavoro dove opererà il personale. Nella lettera, infatti, si precisa delle sedi della gestione operativa della commessa. Ecco perché chiediamo di nuovo un incontro in Regione. Per sapere quali siano le sedi di lavoro degli operatori” fanno sapere ancora i sindacati che spiegano come “sia assolutamente indispensabile che la sede o le sedi di lavoro rimangano allocate nelle aree industriali attualmente già occupate dalle aziende uscenti”. “A questo punto chiediamo che la stazione appaltante Enel chiarisca, in modo chiaro, quanto contenuto nello stralcio di gara aggiudicata, ricordando che le organizzazioni dei metalmeccanici hanno chiesto lo stralcio della gara e non è stata mai inviata” continua Galgano che punta il dito anche sul numero degli addetti coinvolti precisando che nelle note inviate si parla “di 347 lavoratori mentre il numero dei dipendenti è di 383”.

“Noi ribadiamo con fermezza che le aziende subentranti applichino il medesimo contratto da sempre adottato all’interno della platea dei lavoratori interessati al cambio di appalto” conclude l’esponente dei metalmeccanici. Questo mentre ad intervenire in maniera netta sulla vicenda è anche l’assessore regionale alle Attività Produttive, Francesco Cupparo che, meno di una settimana fa, aveva parlato di successo nella risoluzione della vicenda. “La vertenza Smart Paper ha preso una piega che non ci piace soprattutto dopo le conclusioni dell’incontro in Regione del 10 settembre scorso che si è chiuso con un risultato positivo per i nostri lavoratori e dal quale non si torna indietro“ sostiene Cupparo evidenziando che “non è accettabile il metodo utilizzato dall’Ati subentrata (Accenture e Datacontact)”.

“Di questa nuova situazione ho informato i dirigenti di Enel che - dice l’assessore - mi hanno assicurato un immediato intervento perché si ristabiliscano corrette relazioni tra Ati e Regione. Si tratta pertanto di conservare nervi saldi e posizioni ferme e precise.” “Da quanto abbiamo avuto modo di leggere - aggiunge ancora l’esponente della Giunta Bardi - la lettera non contiene alcuna indicazione di spostamento dei lavori dalla Basilicata, ma indica che le sedi operative dell’Ati sono a Bari, Padova e Matera rinviando con i sindacati la definizione di forme di flessibilità come lo smart working e altro. Da parte nostra, non possiamo che ribadire che nessun posto di lavoro sarà perduto“ conclude Cupparo. A chiedere di unire le forze per esprimere una posizione unitaria sono, invece, i consiglieri regionali di opposizione (Alessia Araneo e Viviana Verri del M5S, Piero Lacorazza, Roberto Cifarelli e Piero Marrese del Pd, Angelo Chiorazzo e Gianni Vizziello di Bcc ed Antonio Bochicchio del Psi).

”Si depongano le parole trionfalistiche e si metta sul tavolo il coinvolgimento di tutti per unirsi e dare forza ad una posizione a difesa dei lavoratori, del territorio, delle sedi e dei paesi” tagliano corto gli esponenti delle minoranze.

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