Due giorni di incontri, dibattiti, spettacoli con un importante obiettivo: come valorizzare al meglio il «turismo delle radici», quel ponte che unisce l’Italia con gli 80 milioni di cittadini che hanno origini italiane, che hanno nel cognome o nei racconti dei nonni il segno indelebile di un’origine unica. Il direttore generale di Apt Basilicata, Antonio Nicoletti, ha aperto il forum «Turismo delle radici e Made in Italy» nell’ambito della terza edizione di «Roots-in, la Borsa internazionale del turismo delle origini» che si è svolta su iniziativa di Apt Basilicata, Regione Basilicata, in collaborazione con Enit e il patrocinio del ministero degli Affari esteri.
Il convegno mette al centro le azioni che aiutino a riportare a casa centinaia di migliaia di turisti che vogliono riscoprire da dove viene la propria famiglia, per arrivare all’origine di quei sapori, odori, colori che hanno accompagnato la loro infanzia o di cui hanno solo sentito parlare. «Quella che era un’idea oggi è una realtà - ha spiegato Nicoletti - Rispetto ai primi 9 mesi del 2019, anno di Matera capitale europea della Cultura, gli arrivi dall’estero sono aumentati del 60%. Parlando del turismo delle radici e di Roots-in, i buyer selezionati dall’Enit nelle loro sedi estere hanno contribuito a raggiungere il +58% dal mercato statunitense, +60% dal Canada, +47% dall’Australia. L’Argentina ci porta a +123% e il Brasile a +164%. Abbiamo creato un mercato che prima non c’era». Giancarlo Dall’Ara, esperto di marketing e accoglienza nei borghi, ha raccontato: «Il nuovo turismo deve essere sostenuto anche da esperienze ed emozioni. Abbiamo messo al centro le passioni, quelle potenti, autentiche, andando ben oltre il turismo classico: animali, astronomia, poesia, fiabe, erbe spontanee, benessere, cura dello spirito, merletti. Tutto questo è oggi una grande mappa emozionale con luoghi fisici e percorsi per scoprire nuove cose». Oggi sono le passioni a muovere i viaggi. Un turismo che è fatto di ricordi, di emozioni, di alberi genealogici e di ricerche: viaggiare alla scoperta delle proprie radici e della storia familiare, un’esperienza straordinaria che accomuna i tanti italiani all’estero e i discendenti.
Un’edizione speciale quella appena terminata, che arriva a coronamento di un anno dedicato proprio al turismo delle radici, con un focus sul rapporto tre radici e Made in Italy, valorizzando il contributo dei connazionali che hanno reso grande l’Italia nel mondo. Come la storia di un lucano, Rocco Petrone, che portò l’uomo sulla Luna diventando direttore del programma Apollo.
Il 2024 è l’anno delle radici italiane nel mondo, lo ha ricordato anche Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio dei ministri, con un messaggio: «Una nuova edizione in una città modello per il Mezzogiorno, simbolo della forza della cultura come motore di crescita».
Un evento in cui ha trovato spazio anche «La Tornanza», di cui ha parlato l’ambassador Flavio Albano, uno stato d’animo che alimenta il desiderio di amare un territorio nei suoi aspetti culturali e relazionali, dove il tornante è colui che auspica un ritorno al territorio come speranza di vita con sguardo lucido ed empatico, pronto a valorizzare gli spazi al suo passaggio. Perché chi torna ha avuto quasi sempre una trasformazione e tende a trasferire questa conoscenza.