I numeri
Tariffe abbassate del 30%, così è il colpo di grazia alla sanità lucana
In particolare per le prestazioni di laboratorio, contestata la Regione
BASILICATA - Prestazioni, in particolar modo di laboratorio, che rischiano di diventare a pagamento e liste di attesa che potrebbero allungarsi ulteriormente. Sono alcuni degli effetti del nuovo Tariffario delle prestazioni della specialistica ambulatoriale che la Regione Basilicata si appresta a varare e che ha fatto insorgere la sanità privata accreditata lucana. In particolare, secondo le associazioni Anisap, Federlab e Federbiologi con questo provvedimento si rischia di dare il “colpo di grazia ad un settore che riveste una importanza fondamentale per il sistema sanitario regionale” considerato che viene previsto un ribasso del 30 per cento delle attuali tariffe.
Una decisione pesante per le strutture sanitarie che fanno riferimento alle tre associazioni, dato che “già nel 2021, la Regione, che aveva un proprio tariffario regionale, aveva tagliato le tariffe del 40 per cento. “Era stato adottato il cosiddetto tariffario Balduzzi dando già all’epoca una spallata pesantissima al comparto della specialistica ambulatoriale accreditata dei laboratori di analisi e della diagnostica in generale. Ed è il caso di evidenziare – spiega Roberto Cicchetti portavoce delle tre associazioni - che attraverso le prestazioni di diagnostica vengono prese il 75 per cento delle decisioni cliniche per la salute dei cittadini. Non a caso le Regioni più virtuose d’Italia come Lombardia, Emilia Romagna, Toscana hanno affrontato il problema in maniera logica e razionale valutando le nuove tariffe ministeriali anti economiche per i propri bilanci, approvando apposite delibere di Giunta, e le hanno modificate negli aspetti palesemente sotto dimensionati rispetto ai costi di produzione. Come previsto dallo stesso decreto considerato che c’è la possibilità da parte delle Regioni di dotarsi di un proprio tariffario a patto che le differenze derivanti siano coperte dal proprio bilancio”.
Insomma, le tariffe possono essere ridefinite dalla Regione utilizzando propri stanziamenti in bilancio. “Un dato su tutti deve far riflettere – continua Cicchetti - proprio in quelle Regioni dove è possibile fare economie di scala per numerosità di popolazione e quindi per quantità di prestazioni da erogare, si è deliberato per una modifica delle tariffe, in aumento, , al contrario in Basilicata dove pare che il problema non sussista”. “A quanto pare, si crede che ribassare le tariffe attuali a valori inferiori ai costi di produzione sia una operazione senza conseguenze per i cittadini e le imprese sanitarie per l’intero territorio regionale” evidenziano ancora le associazioni che, invece, mettono in luce anche i possibili riflessi di questa scelta sui chi necessita di cure “che vedrà negarsi la maggior parte delle prestazioni, soprattutto di laboratorio, se non a pagamento, allungarsi le liste di attesa ed avere uno inevitabilmente scadimento della qualità delle prestazioni”. “Questo perché a fronte di un rialzo costante dei costi di produzione relativi all’energia che è raddoppiata, al costo del lavoro, ai costi delle materie prime, al costo delle innovazioni digitali, inevitabilmente si dovranno trovare delle misure di compensazione per cui si agirà sul monte ore lavoro perdendo ore e posti di lavoro” concludono i vertici di Anisap, Federlab e Federbiologi che, proprio per evitare questa nuova tegola sulla sanità privata, hanno chiesto un incontro all’assessore regionale alla Sanità, Francesco Fanelli.