Una mostra itinerante con protagonisti i lucani che raccontano i lucani. Obiettivo documentare l’integrazione della cultura regionale nei paesi che hanno accolto gli emigrati lucani oltreoceano: Stati Uniti, Uruguay ed Argentina.
S’intitola “Basilicatë” il progetto di respiro internazionale per una nuova narrazione della cultura regionale che vive al di fuori dei propri confini. Un ponte di dialogo culturale, identificato dalla trasformazione al plurale del nome del territorio con l’aggiunta della dieresi tipica del dialetto, che vuole essere l’anello di congiunzione tra il passato dell’emigrazione in bianco e nero - dovuta principalmente alle difficoltà economiche – ed il presente a colori – forte dei valori di accoglienza e integrazione, che ha mescolato e sviluppato identità fino alla terza generazione di lucani all’estero, senza per questo perdere le radici.
La presentazione è avvenuta nella Sala Inguscio della Regione Basilicata, la quale ha finanziato il progetto con risorse per 200 mila euro rinveniente dai Fondi per lo Sviluppo e la Coesione (FSC). A realizzarlo è stata Federazione dei circoli e delle associazioni dei Lucani in Piemonte con il supporto scientifico del Centro dei Lucani nel Mondo “Nino Calice”, aggregatore dei protocolli d’Intesa già stipulati con istituzioni italiane ed estere: il MEI - Museo dell’Emigrazione Italiana di Genova, Ellis Island Foundation di New York, MUMI Muralla Abierta Intendencia de Montevideo, UNTREF Universidad Nacional de Tres de Febrero di Buenos Aires. Il gruppo di ricerca Architecture of Shame, che si avvale del supporto per l’immagine coordinata della società di comunicazione Ego 55 e di numerose collaborazioni di studiosi, attivisti, registi e professionisti lucani e internazionali, ha curato una serie di “contest”. Dallo scorso novembre, infatti, le comunità hanno sviluppato attività performative e dialogo su quattro temi focali che descrivono le caratteristiche della cultura lucana all’estero: il linguaggio, la cucina e la gestualità, gli spazi domestici e i riti religiosi nello spazio pubblico. Il risultato è una “fusione” tra la cultura lucana degli avi e l’interpretazione delle giovani generazioni che vivono nei paesi ospitanti. Nella mostra, di grande impatto, tra gli altri, l’urlo di Stefan Larocca nel bel mezzo di New York durante la celebrazione di San Rocco di Tolve, immortalato con un video girato durante l’edizione 2023, oppure G e Johnny Cherichello, residenti nel New Jersey, promotori di cene “dalla fattoria alla tavola”, come esercizio di autenticità e innovazione. Mimì Coviello, coordinatrice del Centro dei Lucani nel Mondo “Nino Calice”, ha parlato di straordinario coinvolgimento e impegno per allargare la partecipazione alle 20 federazioni di lucani nel mondo. Fitto il calendario degli appuntamenti. Presentazioni pubbliche il 22 marzo nel Castello di Lagopesole ad Avigliano ed il 23 nell’Open Space a Matera, mentre il 12 e 13 aprile il Centro dei Lucani nel Mondo Nino Calice, all’interno del Castello di Lagopesole, ospiterà un convegno internazionale con i partner del progetto. Il 21 agosto l’inaugurazione della mostra multimediale al MEI di Genova, attesa il 27 agosto a New York, il 29 a Buenos Aires e il 31 a Montevideo. A fine anno il ritorno in Basilicata come parte integrante dell’esposizione del Museo dell’Emigrazione Lucana sempre a Lagopesole. Prevista anche una pubblicazione in tre lingue, patrocinata dal Ministero degli Affari Esteri, sostenuta da APT e Istituto Italiano di New York e Montevideo.