Da scarto, a risorsa. In Italia ed in Europa non solo è possibile ma, ormai, necessario, ricavare da materiali di scarto prodotti riutilizzabili in altri comparti, a favore di una riduzione degli sprechi e potenziamento dell’economia circolare. In quest’ottica si inserisce «FeedInsect», progetto di valorizzazione di sottoprodotti della filiera agroalimentare presentato ieri, nel Dipartimento di Scienze dell’Unibas.
L’ateneo lucano si è fatto promotore di questo lavoro che, partendo da materiali di scarto, consente di ottenere prodotti prontamente collocabili sul mercato. «Siamo partiti dall’idea di voler fornire un contributo in termini di sostenibilità alla filiera della mangimistica destinata agli animali da allevamento, a loro volta indirizzati al consumo umano – spiega la professoressa Patrizia Falabella , responsabile scientifico del progetto - attualmente la principale fonte di proteine di origine animale è la farina di pesce che, però, è poco sostenibile. L’alternativa più utilizzata è la soia che, però, sottrae terreno all’agricoltura destinata al consumo umano e determina caratteristiche organolettiche non sempre gradite al consumatore. Gli insetti, per questo, rappresentano la migliore opzione, a maggior ragione perché producono proteine animali nobili.
Noi utilizziamo un insetto bio-convertitore che si nutre di sottoprodotti dell’agroalimentare e li trasforma in biomassa larvare da cui otteniamo questa farina integrale ricca di proteine animali, lipidi e chitina che per l’acquacultura ha effetti utili sul sistema immunitario dei pesci. Nel progetto abbiamo prodotto la farina dalle larve di Hermetia illucens allevate su scarti dell’agroalimentare, ma abbiamo anche testato le farine di insetti su pesci e polli ottenendo performance molto interessanti».
Il progetto è frutto della sinergia con gli atenei di Napoli e Pisa, con l’ Alsia - Agenzia Lucana di Sviluppo e di Innovazione in Agricoltura - e con 23 aziende partner che hanno deciso di prendere parte a questa scommessa per la nostra Regione: «Siamo particolarmente orgogliosi di questo progetto che nasce a valere sul Psr Basilicata 2014-2020 – spiega Emilia Piemontese, direttore generale della Direzione Politiche Agricole Alimentari e Forestali della Regione Basilicata - Di particolare rilievo è che l’università sia diventata espressione della ricerca grazie anche all’affiancamento con l’Alsia e la partnership con il mondo imprenditoriale. Sono molte, infatti, le aziende che hanno partecipato a questo progetto, manifestando un interesse che può consentire un immediato trampolino di lancio di questa progettualità per le attività produttive. Siamo certi che si possa andare avanti in un lavoro che ha tutte le carte in regola per garantire successi».