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«Sul lavoro povero servono risposte. Al Sud impieghi precari a sei euro l’ora»

 
antonella inciso

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antonella inciso

«Sul lavoro povero servono risposte. Al Sud impieghi precari a sei euro l’ora»

Anche in Basilicata le parti sociali unite: non servono leggi, lavoriamo sui contratti

Sabato 14 Ottobre 2023, 12:47

Punti di vista diversi ma un filo conduttore comune: il lavoro povero è un tema che deve essere affrontato. Il giorno dopo la bocciatura del Cnel sul salario minimo sono i rappresentati delle parti sociali a spiegare la necessità di un intervento. «La battaglia per il salario minimo in Basilicata come in tutto il Sud ha un significato ancora più rilevante. Ai lavoratori vengono fatte offerte vergognose, come sanno bene tanti nostri ragazzi che sono costretti a rinunciare ad impieghi precari in bar, ristoranti anche a 6-7 euro l’ora.» commenta Vincenzo Tortorelli, segretario regionale della Uil.

«Noi valutiamo che il salario minimo debba coincidere con il minimo contrattuale dei contratti maggiormente rappresentativi - aggiunge - lo sosteniamo da tempo, e per fare questo non servono grandi operazioni: basta vedere i contratti più applicati nelle imprese. Basta prendere questi, anche la rappresentatività dei sindacati è chiara, solo la politica fa finta di non vederla. I rappresentanti della Uil nel Cnel hanno votato contro il documento approvato a maggioranza perché non condividiamo la contrapposizione che viene sottolineata tra salario minimo e contrattazione collettiva, inesistente a nostro avviso». «La Uil continua a sostenere che è urgente dare risposta alle aree particolarmente deboli, in cui gli stessi contratti collettivi - sottolinea - non riescono ad assicurare una retribuzione sufficiente e dignitosa, e per le quali è indispensabile un trattamento minimo di legge. Il problema dunque è tutt’altro che è risolto e resta aperto nel Paese».

Dura anche la posizione del segretario regionale della Cgil lucana, Fernando Mega. «Riteniamo sbagliata la valutazione che viene fatta del presunto impatto sul sistema economico e produttivo dall'introduzione del salario minimo: non si può far passare l’idea che solo aumentando la produttività possano crescere i salari - evidenzia il segretario - La contrattazione può non essere vista in alternativa all'introduzione di un salario minimo legale. La via tradizionale si può coniugare con un’innovazione, soprattutto alla luce di una riflessione che dobbiamo fare sulla capacità della contrattazione di rispondere alle emergenze salariali di questa fase storica». La contrarietà della Cgil a detta del segretario «non è frutto di alcuna pregiudiziale, ma della necessità di rispondere all’emergenza salariale e ai problemi della contrattazione attraverso una legge sulla rappresentanza che consenta il pronunciamento vincolante dei lavoratori e contempli anche la definizione di una soglia minima oraria di salario al di sotto della quale neanche la contrattazione possa andare».

«Noi chiediamo non solo il salario orario minimo sotto il quale nessun lavoratore debba essere pagato, ma che questo sia parte di un intervento legislativo che dia valore generale ai contratti nazionali per tutti - conclude Mega - Il Governo, invece, ha pensato bene di scrollarsi ogni responsabilità scaricandola al Cnel». A chiedere una discussione più ampia sulla questione è, invece, Innocenzo Guidotti, presidente di Legacoop Basilicata. «Pur giudicando positivamente gran parte dei suoi contenuti rispetto ai quali la cooperazione ha dato il suo contributo in sede preparatoria - sottolinea Guidotti - Legacoop non ha partecipato al voto. Tale astensione è stata dettata dal fatto che questi temi non possono essere messi in subordine rispetto al dibattito politico generale, dove sono emerse visioni strumentali e forzate sul ruolo del Cnel che impattano negativamente con l’esigenza e la necessità di modificare il mercato del lavoro e le sue dinamiche salariali». Per Guidotti «il documento rappresenta comunque un punto di partenza importante per la discussione, che dovrà però avvenire nella sede naturale che è il Parlamento».

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