Lavoro
Basilicata, l’offerta c’è, ma mancano aspiranti orafi e orologiai
Confartigianato evidenzia le difficoltà del settore. Un appello ai giovani: «Va riconquistata la loro fiducia sull’apprendistato come canale d’ingresso nel mondo del lavoro»
POTENZA - Non solo nei cantieri o nelle aziende con produzioni specializzate manca la manodopera richiesta ma persino nei laboratori orafi che sono i posti di lavoro a più alta redditività. Lo segnala Confartigianato sottolineando che negli oltre 50 laboratori di gioielleria (il 70% sono ditte artigiane) in attività in Basilicata c’è un’offerta di lavoro che per il 64% è considerata di difficile reperimento. Ancora più complicato se non del tutto impossibile trovare un orologiaio con la capacità professionale e la conoscenza per mettere mano ad un orologio che non funziona.
È prassi generalizzata per i nostri esercenti spedirlo a ditte specializzate a Vicenza, Roma e Milano. In totale in Italia per le 5.400 assunzioni (previste nel 2022) per orafi e gioiellieri, 3.460, sono introvabili. Nelle tre regioni specializzate nel settore – Toscana, Veneto e Piemonte – si concentra l’88,5% delle entrate, con la difficoltà di reperimento più elevata in Toscana con il 66,4%, davanti a Veneto (61,9%) e Piemonte (60,4%).
Il settore, nonostante il calo dei consumi, segna comunque una fase positiva anche nella nostra regione. L’Italia è sempre leader europea della gioielleria ; nel 2021 il fatturato ammonta a 7,1 miliardi di euro, pari a ben il 39,8% di quello dell’Unione Europea. Il nostro Paese primeggia anche per numero di addetti del settore della gioielleria: sono 29mila e 600, pari ad oltre un quarto (27%) del settore nell’Ue. E a giugno 2023 l’indice medio annuale della produzione orafa cresce del 2,2% in controtendenza rispetto al -2,0% del manifatturiero e, in un clima di rallentamento dell’economia, nel primo semestre del 2023 si rileva un calo tendenziale sia per manifatturiero, che è a -1,9%, sia per il comparto orafo, la cui flessione è però modesta e pari al -0,3%.
Nonostante le imprese dell’oreficeria italiana stiano subendo nell’ultimo decennio una selezione più marcata di quella delle imprese della manifattura, il settore – rileva Confartigianato – ha registrato un’ottima performance nella crisi: la produzione media annuale a giugno del 2023 supera, infatti, di ben il 26,9% quella della media del 2019 mentre il manifatturiero è indietro dello 0,9%.
La presidente di Matera di Confartigianato, Rosa Gentile si rivolge ai giovani: «In questo settore come gli altri artigiani ad alto valore creativo è necessario riconquistare la fiducia dei giovani sullo strumento dell’apprendistato professionalizzante come fondamentale canale incentivato di ingresso nel mondo del lavoro. È anche necessario sostenere e rilanciare i percorsi di studio professionali sia in un’ottica di sistema, attraverso la strutturazione di percorsi di orientamento lungo tutto il percorso formativo, sia in un’ottica di filiera che incentivi maggiormente la formazione duale e professionalizzante e valorizzi il livello terziario con gli ITS.
La carenza di personale va affrontata con un approccio sistemico e coordinato, anche di tipo culturale, degli interventi di politica economica e delle misure per riattivare il mercato del lavoro. La formazione dei giovani è un aspetto sul quale si gioca il futuro del Paese ed è tra i temi che stanno più a cuore a Confartigianato. Purtroppo in Italia non si insegna la cultura del lavoro. Veniamo da decenni di politiche formative sbagliate che hanno imposto un modello educativo che contrappone il sapere al saper fare. Notevole è l’impegno, nell’artigianato, ad investire su una contrattazione collettiva di qualità che, con l’obiettivo di fidelizzare i lavoratori alle imprese, prevede anche importanti tutele di welfare bilaterale».