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La Basilicata scrigno di biodiversità ma ai lucani interessa poco

 
Giovanna Laguardia

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Giovanna Laguardia

La Basilicata scrigno di biodiversità ma ai lucani interessa poco

L'indagine di «OpenPolis» sulla preoccupazione per l’ambiente: la regione è penultima. I sardi più preoccupati per la perdita di specie animali e vegetali

Mercoledì 07 Giugno 2023, 12:56

L’Abetina di Laurenzana, la Faggeta di Moliterno, la Grande Porta del Pollino, l’isolotto di Santo Janni, la valle del Tuorno a Savoia di Lucania, il bosco Pantano di Policoro: sono soltanto alcuni dei tanti tesori naturali che la Basilicata nasconde. Sono 64, per la precisione, i siti che fanno parte della Rete Natura 2000 di Basilicata. Aree piccole e piccolissime, ma di importanza scientifica fondamentale per conservare la vita così come la conosciamo oggi. Ed infatti non mancano le iniziative, da parte del Governo Regionale, per aggiungere nuovi tasselli alla rete delle zone da tutelare. Ultima in ordine di tempo, la proposta di istituzione di un’area marina protetta lungo il litorale jonico.

Ironia della sorte, però, i cittadini lucani, non si dimostrano particolarmente preoccupati per la tutela della biodiversità. Lo rivela una recente indagine di OpenPolis, fondazione senza scopo di lucro che si occupa di raccolta ed elaborazione dati. La Basilicata, infatti, si trova in fondo alla classifica delle regioni dove i cittadini dichiarano di temere per le sorti della biodiversità: Sono soltanto due le aree che scendono sotto il 20%: Basilicata (19,5%) e Puglia (18,3%). In Italia, nel complesso, il 23,9% dei cittadini è preoccupato per la biodiversità. Il territorio in cui ci sono più persone preoccupate per la perdita di specie animali e vegetali è la Sardegna (28,6%) a cui seguono Lombardia (25,8%) e Friuli-Venezia Giulia (25,7%). Riguardo al modo in cui viene considerato il problema della conservazione della biodiversità a seconda delle varie fasce di età, generalmente, secondo la ricerca di OpenPolis, i più giovani sono quella che sente maggiormente il problema. Il gruppo demografico che ritiene il problema più importante è quello compreso tra i 14 e i 19 anni: il 32,2% di loro si dichiara allarmato, un dato che va scendendo all’avanzare dell’età fino a raggiungere il 16,6% delle persone con 75 e più anni di età.

Attualmente in Basilicata, oltre ai Siti di importanza comunitaria, sono presenti due parchi nazionali: quello del Pollino e quello dell’Appennino Lucano, conosciuto anche come Parco della Val d’Agri-Lagonegrese. Vi sono poi tre parchi regionali, quello Archeologico, Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano, quello di Gallipoli Cognato e delle Piccole Dolomiti Lucane e quello del Vulture. Oltre a otto riserve statali e sei regionali, per un totale di poco inferiore ai 200.000 ettari di superficie protetta. Su cui vivono specie più uniche che rare, dalla farfalla bramea al pino loricato. Di cui però, stando a quanto emerso dalla ricerca di OpenPolis, ai lucani non importa poi tanto.

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