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Bari, il consiglio comunale
«ingessato» da temi scaduti

Bari, il consiglio comunale
«ingessato» da temi scaduti

 
Nicola PEPE

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Nicola PEPE

All'odg mozioni che riguardano la richiesta di sfiducia del vicesindaco Brandi (si è dimesso), una mozione contro il presidente Amiu (è cambiato) un atto per Natale 2017 e tanti altri.

Domenica 25 Febbraio 2018, 12:30

NINNI PERCHIAZZI

Sos consiglio comunale, salvate la massima assise cittadina da mozioni e ordini del giorno scaduti, ma inesorabilmente in lista d'attesa. Si tratta di una na pletora di provvedimenti, inutilmente in vita, che è concausa dell'andamento lento dell'attività dell'Aula Dalfino, in aggiunta a volontà ostruzionistiche e prove muscolari tra gli schieramenti, frutto di in un ormai irrespirabile clima da rissa, con tanto di insulti e offese personali.

Ad avvelenare ulteriormente l'aria, poi, la campagna elettorale per le Politiche del 4 marzo che ha spinto ogni oltre immaginazione il livello dello scontro, mentre i lavori languono, frenati come detto da provvedimenti di fatto fantasma.
Ad esempio, in elenco dei temi da discutere c'è la mozione urgente di sfiducia contro il vice sindaco Vincenzo Brandi. Peccato che si sia dimesso da oltre un anno.
Oppure ci sono risoluzioni urgenti relative alle manifestazioni di Natale 2015 e alle tariffe della sosta per Natale 2017, per non parlare dell'ordine del giorno sul referendum abrogativo del 17 aprile 2016 o ancora quello sul già effettuato sgombero di largo Pacha.

Ma non è finita. Basta infatti sfilare il lungo elenco degli argomenti inutili all'ordine del giorno, come le mozioni urgenti per scongiurare gli spostamenti dell'Autorità portuale da Bari (problema già affrontato e risolto due anni fa) o della sezione della Protezione civile dalla zona aeroportuale del capoluogo a Foggia (il trasloco del'ente in via delle Magnolie, alla zona industriale, è stato fatto nel 2013) oppure la richiesta di dimissioni di Gianfranco Grandaliano dalla presidenza dell'Amiu (carica non più ricoperta dall'avvocato barese ormai da tempo).

La lista dell'assurdo è ancora lunga. È già stata intitolata una via a Luigi Fallacara, ma c'è chi ancora tra i consiglieri lo chiede al pari delle controdeduzioni dell'Amministrazione alla relazione del Ministero delle Finanze dopo l'ispezione in Comune (il «caso» dell'estate 2016 è già bello e archiviato). Idem con patate per la richiesta di indire un nuovo bando (annullando il precedente) ai fini di trovare una nuova sede all'assessorato al Patrimonio, che si è già trasferito a Japigia , o per la risoluzione relativa all'appalto relativo all'impianto di climatizzazione del comando della Polizia municipale, in via Aquilino (già assegnato). E che dire della richiesta perlomeno fantasiosa di verificare, tramite l'Agenzia regionale per l'ambiente, la soglia del suono durante il concerto di fine anno, con la conseguente distribuzione di tappi acustici? È riferita all'ultimo concertone di Capodanno, ma restando iscritta in elenco rischia di tornare utile per la festa del prossimo 31 dicembre.

E ancora, le mozioni urgenti sulle unioni civili, per le multe per chi butta i mozziconi di sigaretta per terra, sull'istituzione delle cosiddette «Oil free zone» e per la sospensione dei lavori di rifacimento di via Sparano. Tutto ormai superato.
appello È dell'altro giorno la nuova richiesta del presidente del Consiglio, Michelangelo Cavone, ai consiglieri comunali di provvedere a cancellare provvedimenti e richieste già superate dai fatti. Per la seconda volta però, l'appello è rimasto inascoltato, ad ovvio detrimento dell’attività dell’Aula Dalfino. Infatti, ai fini della cancellazione dei temi suddetti - ce ne sono almeno una trentina - è necessario l'intervento dei consiglieri propositori. Cavone, d’altronde, a pochi giorni del suo insediamento, oltre un mese fa, ha esortato Conferenza dei capigruppo e proponenti degli ordini del giorno al fine di individuare le richieste ancora attuali, in modo da sfoltire i 65-70 argomenti da trattare e discutere le priorità, eliminando i temi ormai non più attuali o già affrontati e risolti. L’invito però, è rimasto lettera morta.

«Questo significa che a differenza di quanto si dice non c’è nessuna intenzione di trovare convergenze utili a far procedere spediti i lavori del consiglio comunale» dice il presidente, rammaricato ma non rassegnato. «La razionalizzazione degli ordini del giorno servirebbe a cristallizzare i temi di interesse sui quali chiederò l'impegno di maggioranza ed opposizione alla discussione in Aula», aggiunge Cavone, tendendo la mano al suo predecessore. «Era un obiettivo condiviso anche da Pasquale Di Rella, che ora, da consigliere, spero voglia supportarmi in questa battaglia». «Purtroppo ad oggi non ho ancora ricevuto alcun riscontro, probabilmente a causa del clima elettorale rovente che sta condizionando l'attivita del Consiglio, ormai teatro di tensione continua. Io stesso sono spesso oggetto di attacchi, anche personali, che tuttavia non mi faranno perdere la serenità necessaria per assolvere al mio ruolo. Fortunatamente il 4 marzo è alle porte».

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