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La storia di Antonella Paninabella sul palco di un teatro in un’opera fatta dai ragazzi per i ragazzi

La storia di Antonella Paninabella sul palco di un teatro in un’opera fatta dai ragazzi per i ragazzi

 
rosanna volpe

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La storia di Antonella Paninabella sul palco di un teatro in un’opera fatta dai ragazzi per i ragazzi

Le parole della tredicenne racchiuse nel libro «Io sono come il mare» saranno un’opera teatrale della Compagnia teatrale «Lo Specchio di Francesco»

Domenica 30 Novembre 2025, 15:15

Le parole di Antonella, i pezzi della sua vita, le paure ma anche le gioie di una tredicenne - racchiuse nel libro «Io sono come il mare» - saranno un’opera teatrale. Un lavoro a tante mani, scritto, interpretato, cantato e danzato da ragazze e ragazzi della Compagnia teatrale «Lo Specchio di Francesco» a cura di Pasquale Bucci, della Scuola di Danza Academiv, diretta da Ivana Fasano e Michele Tarantini, e de «L’Officina dei Talenti» di Roberta Affatato con le musiche affidate a Tiziana Minoia. Sul palco - a farsi da portavoce della tredicenne - Agata Schiavone e Francesco ed Anthony Bucci.

Tutti ragazzi. Tutti giovanissimi, insieme per ricordare Antonella nel giorno in cui avrebbe compiuto 22 anni e per sostenere i progetti dell’associazione - nata per volere dei suoi genitori Angela Albanese e Domenico Diacono - in particolare per la realizzazione degli scaffali della «Biblioteca di Paninabella», da regalare agli Istituti comprensivi di Puglia e dei laboratori sulle emozioni per le classi di prima secondaria.

«E’ stato un lavoro straordinario nato dalla collaborazione di tutti – sottolinea la mamma di Antonella. Ogni anno ormai da tempo organizziamo un evento per ricordare il compleanno della nostra bambina. Un modo anche per raccogliere fondi per la nostra associazione che svolge un lavoro capillare nelle scuole. Noi cerchiamo di dar voce ai ragazzi. Di fornire loro gli strumenti per non chiudersi nelle loro difficoltà. L’appello a tutte le famiglie è quello di cercare di guadare oltre. Oltre i sorrisi e la spensieratezza dei ragazzi perché alle volte i dolori più intimi si celano dove il nostro sguardo non arriva».

Da quando sua figlia Antonella si è tolta la vita a soli tredici anni, con suo marito ha costruito un percorso di ascolto nelle scuole. «Noi – spiega - attraverso i nostri progetti cerchiamo di aiutare i ragazzi a potersi esprimere liberamente, raccontando anche quelle sensazioni che davanti agli altri non riescono a esternare, per paura di essere presi in giro. Un secondo step fondamentale è insegnare il rispetto. I giovani devono capire che ogni parola può avere un potenziale distruttivo per chi gli sta vicino. L’offesa non deve essere vista come uno strumento per ridere in compagnia».

«Di nuovo – aggiunge il papà della 13enne - siamo in scena con Antonella, forse mai come quest’anno in cui le sue parole sono sul palco in uno spettacolo fatto da ragazzi per i ragazzi. Proviamo anche durante la serata a raccogliere fondi per le nostre iniziative: la biblioteca di Paninabella, i laboratori sulle emozioni. Crediamo che lasciare libri nelle scuole sia un atto quasi di resistenza in questi tempi. Se poi sono libri per lavorare sulle emozioni, l’autostima, l’accoglienza, il valore di questo atto di resistenza è ancora più alto. Noi continuiamo a provarci».

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