il problema
Bari, la battaglia dei fuorisede e gli affitti in città: «Propongono solo case fatiscenti»
Adisu garantisce soltanto 1.400 alloggi per 19mila universitari. E a Bari l’affitto di una stanza oscilla tra 350 e 500 euro
Hanno vissuto per mesi con infiltrazioni di acqua grigia sul muro della cucina e con un tanfo di umido insopportabile. Canone di locazione, oltre mille euro da dividere per quattro tra scarsa igiene e infestazioni. Hanno dovuto combattere contro le blatte che fuoriuscivano dagli scarichi del bagno e con proprietari di casa sordi alle segnalazioni. Non è semplice per un fuorisede lasciare una camera, anche se fatiscente. A metà anno, trovare una sistemazione alternativa è quasi impossibile, tanto meno a un costo accessibile.
Poi ci sono quelli che una casa decorosa credevano di averla trovata ma che sono stati costretti a fare le valigie. È il caso di un gruppo di tre coinquilini nel quartiere Carrassi che hanno dovuto lasciare in un mese un appartamento che condividevano da tre anni. I proprietari lo hanno trasformato in un b&b. Unica alternativa, una sistemazione più lontana dal campus universitario, in condizioni peggiori e a un costo più elevato.
GLI AFFITTI PIU’ CARI Sono 19mila gli studenti che scelgono l’università del capoluogo. Tra loro il 40% sono idonei ma non assegnatari di alloggio. Ed è presto spiegato: l’Adisu ne dispone solo di 1400. In parallelo crescono i costi degli affitti: Bari ha la media più alta della regione. L’affitto di una stanza oscilla tra i 350 e i 500 euro. A Lecce la media è di 250 euro, a Foggia di 200.
«Abbiamo affittato un appartamento a 620 euro da dividere in due – racconta Valeria Patruno, studentessa di Andria – ma abbiamo rescisso il contratto di lì a poco. La casa era infestata di blatte e ci sarebbe voluto un lungo trattamento per debellarle. Ora stiamo cercando una nuova soluzione. Ma non è facile».
TROPPI B&B «Attualmente, – spiega Martina Stanchi, rappresentante degli studenti nel Consiglio di amministrazione Adisu - i prezzi delle camere in affitto in città stanno subendo un notevole aumento con un incremento del 30%. Il tema centrale è il proliferare di immobili trasformati in b&b. Per i proprietari, è molto più redditizio affittare a turisti che a studenti. Le stanze più decorose vengono riconvertite per gli affitti brevi, gli studenti si trovano costretti a scegliere tra abitazioni non dignitose e troppo piccole, spesso caratterizzate da abusivismo edilizio e dalla noncuranza anche estrema dei proprietari».
Con una aggravante: le norme previste dal bando Adisu offrono un rimborso spese di locazione per gli studenti idonei ma non beneficiari di un posto alloggio nelle strutture pubbliche, ma il contratto deve essere stipulato dopo la pubblicazione delle graduatorie definitive, e gli studenti hanno meno di un mese per trovare una stanza.
«Il rischio continuando di questo passo che un numero crescente di giovani decida di rinunciare agli studi, quindi, è sempre più concreto, e il diritto alla casa è sempre più negato».
SERVONO NUOVI ALLOGGI «Crediamo – aggiunge Susi Locaputo (Udu link) - che sia fondamentale un forte investimento nella creazione di nuovi posti alloggio pubblici. Sono stati finalmente dopo dieci anni ultimati i lavori all’ex Nautico, che ci auspichiamo possa aprire a partire dal prossimo anno accademico. Dopo un intervento di recupero, l’edificio di via Abate Gimma è stato convertito in una residenza universitaria con 80 posti letto, progettata per ospitare gli studenti fuori sede nel cuore del quartiere Libertà. Al contempo però è necessario ultimare quanto prima i lavori della caserma Magrone e dell’ex ospedale Bonomo, nella misura in cui l’investimento nella residenzialità pubblica rappresenta uno step necessario per arginare la speculazione privata che, ad oggi, non permette a molti tra studenti e studentesse della nostra regione di poter trovare un’abitazione a prezzi accessibili».