la polemica

Brt, nuovi confronti all’orizzonte: il Comune di Bari alla ricerca di altri posti per le auto

Davide Lattanzi

Il mezzo elettrico e sostenibile che rivoluzionerà il trasporto cittadino continua a spaccare la città

Nuovi confronti all’orizzonte. L’avvento del Bus Rapid Transit (il mezzo elettrico e sostenibile che rivoluzionerà il trasporto cittadino) continua a spaccare la città.

Dopo le scintille nel consiglio comunale di martedì (approvata, nonostante il fermo dissenso dell’opposizione, una delibera per integrare il progetto con ulteriori otto milioni inizialmente risparmiati per un ribasso d’asta del 2023), si apre la possibilità di ulteriori dialoghi soprattutto con residenti e commercianti del Municipio 2, il più interessato dal passaggio della linea verde.

I lavori per realizzare la prima delle quattro tracce che attraverseranno la città sono cominciati lunedì, malgrado da tempo il comitato «No Brt» abbia avviato un dialogo con l’amministrazione comunale per trovare soluzioni a potenziali criticità quali le modifiche alla viabilità, la perdita di posti auto (ne saranno sacrificati circa 1.200 che il Comune tenterà di recuperare), nonché le conseguenze dei lavori. Le opere, finanziate con fondi Pnrr per un importo di quasi 160 milioni su un’area di 9.150 metri sono state avviate lunedì in via di Maratona dove sorgerà il capolinea della Linea Verde e della Linea Blu. La prima, muovendosi prevalentemente lungo la seconda mediana della città, interseca un’area densamente abitata intercettando il Campus Universitario, nonché i parcheggi di scambio di Parco 2 Giugno e Vittorio Veneto. L’estensione della rete da realizzare per la tratta, che prevede 72 incroci e 35 fermate, è pari a circa dieci chilometri. Il Comune attende ancora la completa definizione del piano sosta pensato proprio per le grandi opere in corso di realizzazione. Già nelle prossime ore potrebbe essere divulgata un’ulteriore strategia sugli stalli da recuperare.

L’avvio dei lavori è coinciso con la «serrata» avvenuta nei quartieri del Municipio 2. Lunedì pomeriggio, infatti, oltre 80 attività ubicate tra via Don Luigi Sturzo, corso Benedetto Croce, via Giovanni XXIII, via della Costituente, via della Resistenza e viale Unità d'Italia hanno chiuso in netto anticipo il turno di lavoro per palesare la preoccupazione sul loro futuro e mostrare come sarebbero le strade dei quartieri (Carrassi e San Pasquale i più interessati) senza le luci dei negozi.

«Vedere una zona così ampia spegnersi del tutto alle 18 è stato di grande impatto», afferma Alessandra Lopez, presidente del Municipio 2. «Un’adesione così ampia da parte delle attività commerciali induce a profonde riflessioni sulla preoccupazione che provano soprattutto gli esercenti di prossimità. L’amministrazione comunale ha sempre mostrato apertura e comprensione avviando con i gestori dei negozi della zona una serie di incontri. Probabilmente in generale abbiamo difettato in alcuni particolari sulla comunicazione di un progetto che forse non è ancora chiaro sulla sua portata. Dobbiamo essere più efficaci nella divulgazione dei particolari e rassicurare la cittadinanza che i benefici saranno di gran lunga superiori rispetto agli eventuali disagi da sopportare nel periodo dei lavori. Mi piacerebbe che il prossimo confronto avvenisse proprio nel Municipio 2, ovvero la casa dei residenti dei quartieri che lo compongono. Forse, dialogare sul territorio e valutare da vicino le soluzioni da adottare può essere una prima soluzione. Ma, al di là della sede logistica, è fondamentale raggiungere un equilibrio con residenti e commercianti di una zona così densamente popolata».

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