solidarietà
Una salsa dedicata alla Palestina: la Sfruttazero 2025 di Solidaria esposta in Fiera del Levante
Lo racconta Herry, ospitato nel Cara di Bari: tutto il ricavato della cassa di mutuo soccorso è destinato a una rete di cooperative agricole, di danza e teatro per bambini e adolescenti in Cisgiordania e anche a Gaza
È stata dedicata alla Palestina la salsa Sfruttazero 2025 di Solidaria, la rete che a Bari promuove una agricoltura sostenibile e solidale. Ad annunciarlo via social, è uno dei lavoratori di Solidaria: si chiama Herry ed è ospitato nel Cara di Bari. «Tutto il ricavato della cassa di mutuo soccorso è destinato a una rete di cooperative agricole, di danza e teatro per bambini e adolescenti in Cisgiordania e anche a Gaza», spiega Herry evidenziando che la produzione è disponibile ed esposta anche nei padiglioni della Campionaria barese.
«Fino a qualche giorno fa non conoscevo la Fiera del Levante, ne ho parlato con le mie sorelle e fratelli italiani - aggiunge - Levante significa est, significa abbracciare il mar Mediterraneo, quindi cooperazione tra i suoi popoli. Io, insieme a tanti fratelli africani, abbiamo attraversato il Mediterraneo, molti di noi perdono la vita». "Chi riesce a passare il confine del mare, ma il mare non deve avere confini, affronta ingiustizie, assenza di diritti e anche morte», continua, raccontando di aver partecipato alle proteste nel novembre scorso all’interno del centro per richiedenti asilo, e dovute alla morte di tre migranti. Tutto per "denunciare lo sfruttamento sul lavoro, i tempi di attesa insostenibili, il sovraffollamento e le condizioni igieniche deplorevoli: fino a 10 persone stipate in piccoli container senza privacy, bagni e docce che si allagano regolarmente, assenza di acqua calda e alloggi infestati da scarafaggi, ratti e cimici», sostiene.
«Questo sistema marginalizza, imbruttisce, ci distrugge ma per fortuna c'è la solidarietà - sottolinea - Grazie a Solidaria ho potuto lavorare con un contratto. Grazie alla comunità del Bread&Roses e quella di Villa Roth ho avuto supporto, compagnia, vita». «Mi ha commosso sapere che attraverso questi piccoli grandi gesti, le mentalità possono cambiare, le lingue possono sciogliersi e dare inizio all’inno dell’amore per un mondo più pacifico e sicuro, senza sfruttamento, nè razzismo, nè guerre», conclude.