Le parole

Bari, l'analisi del procuratore Rossi: «Le carceri sono fuori controllo, comandano i clan dall'interno»

Isabella Maselli

Dopo l’audizione di Giannella in Commissione Antimafia: «Vendere il voto per alcuni è normale. Quello dei cellulari nei penitenziari è un problema serissimo. Più che interventi normativi occorrono i finanziamenti»

Il commercio dei voti, il «serissimo» problema dei cellulari che entrano in carcere, l’attenzione della criminalità organizzata sui settori più fiorenti dell’economia cittadina: il procuratore di Bari Roberto Rossi rilancia i temi e le preoccupazioni evidenziate ventiquattr’ore prima, in commissione parlamentare antimafia, dal collega magistrato Francesco Giannella, che nella Procura di Bari ha la delega al coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia.

Rossi, ribadendo i concetti già espressi da Giannella, conferma la «grande attenzione» degli inquirenti baresi «a tutti i fenomeni legati ai rapporti tra la criminalità organizzata e la politica, tra la mafia e l’ambiente economico». Il voto di scambio, tema al centro dell’audizione alla Camera, «è molto grave ma, purtroppo, - stigmatizza il procuratore - non c’è la sensibilità culturale perché venga considerato dalla popolazione, dai cittadini, come un reato, un fatto grave. E quindi viene ritenuto normale che si possa commerciare un bene come il voto, di conseguenza la gente non denuncia»...

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