Il caso
Amtab, dopo le infiltrazioni dei clan inchiesta sugli appalti: «Un cartello per favorire tre imprese»
La Dda fa sequestrare documenti nei server dell'azienda comunale dei trasporti: «Qualcuno ha tentato di far sparire le carte»
L’ipotesi è che alcune forniture di pezzi di ricambio siano state addomesticate per favorire tre diverse società in una sorta di accordo di cartello. Il sospetto, gravissimo visto che si parla di una azienda pubblica in amministrazione giudiziaria, è invece che qualcuno - vistosi scoperto - abbia tentato di far sparire i documenti. Ed è per questo che venerdì scorso la Squadra mobile ha eseguito un decreto di perquisizione che ha portato al sequestro di documentazione dai server dell’Amtab di Bari.
L’inchiesta, che può dirsi nata da un rivolo di Codice Interno, è condotta dai pm della Dda di Bari, Fabio Buquicchio e Marco D’Agostino, con la pm Silvia Curione, e vede al momento almeno quattro indagati per l’ipotesi di concorso in turbata libertà degli incanti: sono tre funzionari dell’azienda di trasporti pubblici del Comune di Bari e un imprenditore, ritenuto «istigatore» delle condotte contestate. Ma gli indagati potrebbero essere molti di più.
Il fascicolo è stato aperto lo scorso anno sulla base di una delle relazioni presentate dall’amministratore unico dell’Amtab, l’avvocato romano Luca D’Amore, che è anche amministratore giudiziale nominato dal Tribunale di prevenzione a febbraio 2024, il giorno del blitz Codice Interno in cui è emerso il peso dei clan baresi nell’azienda pubblica dei trasporti. Stavolta, però, l’oggetto degli approfondimenti non sono le pressioni di presunti mafiosi per ottenere assunzioni...