Il caso

Aggredì vigilessa in piazza Moro, tunisino condannato a due anni. Li sconterà ai domiciliari

Isabella Maselli

L’agente si era ferita sul monopattino che l’uomo aveva lasciato cadere per fuggire

BARI - Condanna a 2 anni di reclusione e scarcerazione (ma resta ai domiciliari) per il 25enne di nazionalità tunisina, senza fissa dimora, Iheb Novira, che il 14 aprile scorso è finito in cella per aver aggredito una vigilessa in piazza Moro.

L’uomo, difeso dall’avvocato Nicola Oberdan Laforgia, è stato processato con il rito abbreviato. Il suo legale, nel processo per direttissima, aveva sollecitato l’acquisizione del video della presunta aggressione per chiarire la dinamica dei fatti. Già immediatamente dopo l’arresto in flagranza, il 25enne aveva dichiarato di non avere intenzione di far del male alla agente, di aver spinto il monopattino su cui si trovava senza scagliarlo contro la vigilessa ma lasciandolo cadere per scappare. L’agente, però, è stata colpita dal mezzo, nel tentativo di sedare un litigio tra il 25enne e uno youtuber (quest’ultimo aggredito verbalmente e minacciato dal primo), cadendo e ferendosi una gamba. Resistenza a pubblico ufficiale e lesioni sono i reati per i quali l’uomo - con precedenti penali per spaccio e false dichiarazioni sulle generalità - è rimasto in carcere per quasi un mese e ora continuerà a scontare la condanna agli arresti domiciliari per 24 mesi.

La vicenda risale alla mattina del 14 aprile, in piazza Moro. Il giovane fu bloccato dai colleghi della agente ferita pochi minuti dopo la presunta aggressione, raggiunto mentre cercava di fuggire. Su disposizione della Procura è stato portato in cella nel giro di qualche ora e il giorno dopo è comparso in Tribunale per difendersi nel processo per direttissima. Ha raccontato di aver reagito ad una provocazione durante un litigio, negando però l’aggressione alla vigilessa. Lui era sul monopattino - circostanza immortalata dal video che è stato poi acquisito nel processo - e, vedendosi braccato dagli agenti che erano intervenuti per sedare la lite, avrebbe iniziato a inveire anche contro di loro per poi decidere di allontanarsi. A quel punto - è la versione che ha riferito in aula - ha lasciato cadere il monopattino fuggendo a piedi. La vigilessa avrebbe tentato di inseguirlo ma sarebbe inciampata nel mezzo cadendo. Così si sarebbe ferita. Immediatamente sono intervenuti i colleghi, aiutati da agenti della Polizia di Stato e dai militari dell’Esercito. La fuga del 25enne è durata pochissimo. Nel giro di qualche minuto il giovane era ammanettato nell’auto delle forze dell’ordine, con direzione comando e poi casa circondariale. Dopo una notte in cella il 25enne ha potuto raccontare la sua verità. La richiesta del rito abbreviato aveva comportato il rinvio del processo per la discussione di quasi un mese, durante il quale l’uomo - dopo la convalida della misura - è rimasto in carcere. Dopo la sentenza di condanna, il giudice ha disposto per lui gli arresti domiciliari a casa della compagna.

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