Bari si conferma anche quest’anno in cima alla classifica dell’Indice del clima del Sole 24 Ore, prima tappa verso l’edizione 2025 dell’indagine annuale sulla Qualità della Vita. Il capoluogo pugliese si piazza sul primo gradino del podio, dove era salito già l’anno scorso, seguita da due territori della costa Adriatica: la vicina Barletta Andria Trani, al secondo posto (i dati sono riferiti alla performance media dei tre capoluoghi), e Pescara al terzo posto.
Tre città del Mezzogiorno, per la prima volta dalla pubblicazione dell’indagine (che ha debuttato nel 2019 e viene aggiornata ogni anno al decennio più recente), occupano tutto il podio della classifica. E - cosa, questa, più consueta - regnano sulla top 10, dove figurano anche Enna (prima classificata nell’indice di calore), Chieti e Catanzaro.
Tra i primi dieci figurano quasi tutti territori costieri e tra questi sono solo tre i capoluoghi di provincia del Centro (Livorno, Pesaro Urbino e Ancona) e uno del Nord, Trieste. Quest’ultima ha debuttato tra le prime dieci grazie alla leadership nell’indicatore sulla brezza estiva, mentre è ultima (e questa non è una sorpresa) per raffiche di vento. Non figura nella top 10 la pluri-premiata Imperia: dopo aver occupato il primo e il secondo posto, è scivolata al 17° forse a causa dell’introduzione di nuovi indicatori come i parametri negativi dei giorni consecutivi senza pioggia e delle notti tropicali. In chiusura di classifica c’è Caserta, preceduta da Terni, dalle province del Nord-ovest (Asti e Alessandria) e dall’Emilia Piacenza, Cremona, Parma e Reggio Emilia.
Le grandi città sono divise in due grandi gruppi: entro le prime 50 posizioni sono piazzate Venezia (15° posto), Cagliari (26ª), Napoli (28ª), Genova (33ª) e Roma (47ª). Le altre, invece, sono posizionate nella seconda metà bassa della classifica: Bologna, Milano e Firenze sono concentrate, rispettivamente, al 74°, 77° e 78° posto.
I PRIMATI
Stringendo il focus sui primati locali, positivi e negativi, che possono aiutare a spiegare meglio i posizionamenti nella classifica generale, Agrigento è prima nell’indice di soleggiamento con 9,2 ore di sole al giorno, in media, nel periodo analizzato (2014-24), contro i 6,7 di Belluno, agli antipodi di questa classifica. La città veneta è anche ultima per numero di giorni freddi (20,55 all’anno, in media, sul decennio esaminato) e per umidità relativa, intesa come quota di giorni fuori dal comfort climatico che sta tra il 30 e il 70% di umidità: sono ben 259,8. Belluno vanta però un primato, quello del minor numero di notti tropicali (uno degli indicatori di nuova introduzione): le notti in cui si registra, tra mezzanotte e le sei, una temperatura di 20 gradi o più, sono solo 14,3 contro le oltre 137 della provincia di Palermo. Venezia, invece, è prima per numero inferiore di giornate con una temperatura massima uguale o superiore a 35 gradi, pari a 0,4. Se si passa a Terni, invece, questo indice schizza a 45,5 giorni, risultando di gran lunga il più alto in Italia. Le aree interne come Terni risultano penalizzate negli indicatori come quello sull’escursione termica (è penultima, davanti a Rieti) dove invece primeggiano le località di mare. Lo stesso vale per la circolazione dell’aria che vede in testa Ancona mentre Torino è in fondo alla classifica, quindi con una maggiore persistenza di aria stagnante.
I TREND
Dall’analisi longitudinale dei 15 parametri climatici presi in esame emerge anche l’aumento degli eventi climatici estremi. In generale si rileva l’aumento di episodi climatici più violenti tra il 2010 e il 2024. Ondate di calore, notte tropicali e picchi di caldo estremo: nelle città del Nord le temperature medie giornaliere sono cresciute in media di 2,4°C rispetto al 2010 e l’impennata si traduce in fenomeni climatici estremi di magnitudo sempre più elevata.
L’aumento delle temperature si è tradotto ad esempio in eventi di caldo estremo sempre più marcati: le giornate in cui sono stati toccati (o superati) i 35 gradi sono state 11 in più al Sud, passate da 6,4 a 17,6 all’anno; 12,5 in più al Centro, dove si è passati da 6,8 a 19,3 episodi. Questo tipo di eventi al Nord nel 2010 erano praticamente inesistenti (1,9 picchi di temperatura), mentre oggi se ne contano in media più di 11 all’anno. Il risultato, nella fascia oraria tra mezzanotte e le 6 di mattina, sono quasi 80 notti tropicali (con temperatura media uguale o superiore a 20°C) all’anno nelle città settentrionali, 36 in più rispetto a quante se ne registravano 15 anni fa. Gli inverni, inoltre, sono sempre più miti e i giorni di gelo (sotto 3°C) sono sempre meno anche al Nord, passati da 28 a 5 all’anno tra il 2010 e il 2024 (-23 giorni freddi, in media). Le nevicate sono ormai assenti in Pianura padana negli ultimi due anni.
Analizzando i dati sulle precipitazioni l’analisi si fa più complessa. I giorni piovosi diminuiscono e i periodi siccitosi sono sempre più lunghi, ma d’estate sale l’intensità pluviometrica media del giorno piovoso (da 9 a 13 millimetri di cumulata per ciascun giorno piovoso, nei 15 anni presi in esame). In pratica, piove meno ma più intensamente. I periodi di siccità più lunghi sono stati rilevati ad Agrigento e Cagliari.
Tutta la classifica è consultabile qui: https://lab24.ilsole24ore.com/