Sabato 06 Settembre 2025 | 11:39

Bitonto, ecco l’invincibile armata: la Coppa Italia è l'ultima perla di 9 finali consecutive

 
Mario Sicolo

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Mario Sicolo

Bitonto, ecco l’invincibile armata: la Coppa Italia è l'ultima perla di 9 finali consecutive

Un record mondiale, sotto l'ala del patron Intini

Mercoledì 09 Aprile 2025, 11:21

S’intonano, da ogni dove, soavi epinici, panegirici sublimi, melodiosi peana per l’«Invincibile Armata» chiamata Bitonto C5 Femminile. Per il terzo anno consecutivo, questo è il nome inciso sulla targa apposta alla base della Coppa Italia: un record. Un altro trionfo per le calcettiste neroverdi, che ormai hanno conquistato il cuore di tutti i cittadini all’ombra del Torrione Angioino. A cominciare dal primo di loro, che mai ha fatto mancare il suo sostegno a Renatinha e compagne, il sindaco Francesco Paolo Ricci: «Vincere è sempre complicato, ma riconfermarsi ad altissimi livelli lo è ancora di più. Se poi questo accade per l’ennesima volta allora significa che si sta facendo qualcosa di epico. Sono stati straordinari tutti: le ragazze, la società, il pubblico».

L’indiscusso artefice di questo capolavoro sportivo, realizzato nel breve torno di pochi anni, è il patron Silvano Intini. Che non sta nella pelle per la felicità: «Abbiamo regalato un’altra grande gioia alla nostra città, mi ha reso fiero di quello che stiamo costruendo giorno dopo giorno è stato sentire le parole piene di ammirazione dei telecronisti di Sky. Il nostro popolo, che ci ha seguito ed ha gremito tutto il PalaPinto di Mola di Bari, nonostante il meteo avverso e partite di serie A in contemporanea, non ha eguali. Siamo come i top club europei, che nelle gare importanti non steccano mai. Al di là delle voci che circolavano, il Bitonto femminile non è finito affatto, tutta Italia ci vedono come un modello positivo, vincente, perché porta festa e tanta gente, e fa muovere l’economia e il turismo».

La sua vice, la giovane Giulia Coviello, aggiunge raggiante: «Con queste ragazze le emozioni non finiscono mai. Le ragazze hanno dimostrato di avere grinta immensa e grande professionalità. Dobbiamo essere tutti orgogliosi di loro». Il team «assopigliatutto» del cuoio in miniatura ha pure un importante protagonista in Francesco Paolo Cambione, l’abile responsabile della comunicazione: «Raggiungere nove finali consecutive vuol dire essere arrivati in fondo a tutte le competizioni a cui la squadra ha partecipato, nell’ultimo triennio. Un risultato pazzesco. Non si pensi che sia vanagloria, ma soltanto il risultato di ore e ore di lavoro, nottate insonni, decine di telefonate, battaglie, polemiche, viaggi estenuanti in giro per l’Italia e l’Europa tra difficoltà, ostacoli e impedimenti per consentire alle nostre di scendere sempre in campo nelle migliori condizioni possibili. Insomma, siamo stati più forti di tutto e di tutti, per la nona volta consecutiva».

Attento osservatore dell’impresa, il presidente della Divisione Calcio a cinque, Stefano Castiglia: «Una partita bellissima ed una vittoria strameritata per uno spettacolo assoluto, una regione che sa rispondere presente ogni volta che il futsal italiano porta qui i grandi eventi. Noi come governance cerchiamo di dare impulso alla crescita di tutto il movimento per questo quasi certamente torneremo in questa stupenda terra. È stato bello vedere sugli spalti tante famiglie, più di 3000 spettatori. Questo significa che la strada intrapresa è quella giusta, lo testimonia anche la reciproca stima con i singoli presidenti».

Il coach pluridecorato Gianluca Marzuoli sente di essere parte integrante di un progetto straordinario: «Siamo una squadra meravigliosa, incredibile, fantastica. Le gesta di questo gruppo, di questo club, di questo presidente credo che resteranno impresse a lungo nella memoria dei tifosi nostri, e non solo. Nove finali consecutive credo sia qualcosa di irripetibile. Io cercherò sempre di dare il mio contributo per affrontare nuove sfide, nuove battaglie».

A sollevare il trofeo fra i mille coriandoli che piovevano allegri sul grande podio ci ha pensato ancora lei, Luciléia Renner Minuzzo, il «monumento», la capitana, la «Regina», la cui biografia, intitolata «La porta dei sogni» e firmata dalle scrittrici Chiara Cannito e Francesca Fanelli, è appena approdata nelle librerie: «Non esserci allenate insieme per venti giorni, forse, all’inizio ha fatto sentire il suo effetto, però poi è venuto fuori lo spogliatoio e per gli altri non c’è stato niente da fare. Ora, ci riposiamo un po’, festeggiamo questa vittoria e poi ci dedichiamo al campionato».

Quando ha griffato il gol del 4-1, Nicoletta Mansueto non poteva non genuflettersi sul parquet azzurro e dedicare la rete all’amato papà Mimmo, volato in cielo qualche settimana fa: «Abbiamo fatto la storia, abbiamo raggiunto il primo obiettivo stagionale e non abbiamo affatto intenzione di mollare». Quando il Kick Off Milano sembrava un «Fort Alamo» inespugnabile, mercé i prodigi della «goleira» Carturan, ha preso ad illuminare la scena Susy Nicoletti con la sua proverbiale ferocia agonistica, la recordwoman di coccarde, ben otto cucite sul petto: «Un’emozione infinita, sì, ed è un premio ancor più speciale, perché è arrivato in un momento difficile per noi, abbiamo dimostrato tutto il nostro valore e siamo arrivati a questo appuntamento con la testa giusta».

Non ha esitato a salire sull’aereo per piombare a Mola di Bari dalla lontana Svizzera lo scienziato Francesco Stellacci, professore della «Ecole Polytechnique Fédérale» di Losanna, convinto sostenitore delle leonesse: «Abbiamo dominato dal primo all’ultimo minuto, le nostre calcettiste stanno riscrivendo la storia di questo sport, dovremmo esserne tutti fieri».

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