BARI - Il mancato deposito della trascrizione delle intercettazioni disposta dal Tribunale ha fatto slittare ancora una volta (al 15 luglio) l’esame del colonnello Giulio Leo, l’ufficiale della Finanza che ha condotto le indagini sulle presunte attività di corruzione e turbativa d’asta contestate all’allora assessore regionale (oggi consigliere regionale) Filippo Caracciolo. Al processo davanti al Tribunale collegiale (prima sezione, presidente Abbattista) è stato dunque ascoltato uno dei marescialli che, il 3 novembre 2017, ha «assistito» al pranzo in cui sarebbe stata concordata l’attività corruttiva.
Secondo l’accusa rappresentata dalla pm Savina Toscani, un appalto da 5,8 milioni per i lavori a una scuola di Corato sarebbe stato aggiudicato a un imprenditore amico dell’esponente Pd, Massimo Manchisi (che ha nel frattempo patteggiato) attraverso l’intermediazione dell’allora direttore generale dell’Arca Puglia centrale, Sabino Lupelli e la complicità dell’ex dirigente comunale Donato Lamacchia. Caracciolo, Lupelli e Lamacchia sono imputati, ciascuno secondo le rispettive responsabilità, di turbativa d’asta, falso e corruzione.
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