BARI - Dieci giorni dal crollo. Risposte ancora non ce ne sono, ma la macchina dei soccorsi e delle indagini che il disastro di via Pinto ha generato è ormai nel pieno dell’attività. Numerosi i fronti aperti, a partire dalla messa in sicurezza dell’area: dal punto di vista statico con la demolizione delle porzioni pericolanti dei fabbricati e la rimozione dell’enorme cumulo di macerie; dal punto di vista ambientale con il monitoraggio dell’aria e l’analisi dei frammenti, per evitare l’ulteriore dispersione di fibre di amianto già rilevate nel cantiere. C’è poi il tema degli sfollati, delle decine di famiglie costrette fuori casa o perché le loro abitazioni sono state distrutte dall’implosione del 5 marzo o perché adiacenti a quelle pericolanti, e quindi precauzionalmente evacuate. Non ultimo, c’è il capitolo dell’inchiesta penale, con la Procura che sta coordinando le indagini della Squadra mobile e ha già disposto una consulenza tecnica per accertare le cause del crollo e individuare le eventuali responsabilità...
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