BARI - L’imprenditore Vito Fusillo non ha alcuna responsabilità per il mancato deposito della dichiarazione Ires della Maiora, la società fallita nel settembre 2019 nell’ambito della vicenda che riguarda Banca Popolare di Bari. Lo ha stabilito il Tribunale di Bari, che ha assolto «per non aver commesso il fatto» l’imprenditore di Noci su richiesta conforme della Procura.
Fusillo, 68 anni, era imputato (davanti al giudice Pasquale Santoro) per omessa dichiarazione, accusa emersa dalle indagini coordinate dal pm Gaetano Dentamaro sulla base delle indagini della Finanza. L’imprenditore, amministratore unico della Maiora, secondo l’accusa non avrebbe depositato nei termini (cioè entro il 28 febbraio 2020) la dichiarazione Ires relativa all’anno 2018. Ma la sua difesa (con il professor Vito Mormando e l’avvocato Francesco Marzullo) ha rilevato che alla data in cui sorgeva l’obbligo di deposito la società era già fallita, e dunque la presentazione della dichiarazione era diventata di competenza dei curatori nominati dal Tribunale.
Dal giorno del fallimento, infatti, Fusillo non aveva più accesso alla struttura aziendale e soprattutto non aveva più la disponibilità dei libri e delle scritture contabili. Una circostanza, quest’ultima, confermata durante il dibattimento anche dai testi dell’accusa e riconosciuta anche dalla Procura. Fusillo resta imputato in diversi procedimenti relativi al caso Banca Popolare di Bari.