il ricordo

«Il piccolo Zidane»: chi era Domenico Martimucci, il calciatore ucciso nell'attentato mafioso di Altamura

La maglia numero 10, il sogno del calcio. E poi l'impegno antimafia dopo la sua morte: «Una strage che sarà mai dimenticata, come la memoria del nostro amato Domi»

Si chiamava Domenico Martimucci, giocava a calcio nel Castellaneta, nell'Eccellenza Pugliese, con la maglia numero 10. Le sue doti offensive, la sua passione per lo sport e la vitalità della sua giovane età gli erano valsi un soprannome: il piccolo Zidane. Il suo sogno, tuttavia, fu stroncato dall’attentato dinamitardo avvenuto ad Altamura il 5 marzo 2015, nella sala giochi - bar Green table. Domenico si trovava lì con alcuni amici per assistere alla semifinale di Coppa Italia tra Juventus e Fiorentina, quando un ordigno piazzato lì per intimidire i proprietari del locale esplose, ferendo molte persone. Domenico morì a 27 anni dopo 5 mesi di agonia e 11 interventi per rimuovere le schegge metalliche che lo colpirono al cranio. 

Martimucci, vittima innocente di mafia, viene ricordato oggi grazie alla onlus portata avanti a suo nome, «Noi siamo Domi», artefice anche del murales realizzato ad Altamura in via Parisi, sulla facciata di una palazzina dell’Arca Puglia (ex Iacp): grazie alle pennellate della street art di Donato Lorusso, in un grande ritratto Domi guarda a braccia levate e sorride. Quel sorriso ormai impresso nel ricordo di tutti. 

Sul luogo dell'attentato, invece, è stata installata una targa dorata su cui sono riportate queste parole dei genitori e delle sorelle: «Non si può tornare indietro ma fermarsi può servirti a riflettere, a non dimenticare ed impedire che accada ancora. Ricordati sempre da quale parte vuoi stare. Lotta. Credi. Vivi». Il 5 marzo, giorno dell'anniversario dell'esplosione, è stata invece fissata la giornata cittadina della legalità.

Dopo la conclusione delle indagini da parte della Dda della Procura di Bari, culminata con due ordinanze di custodia cautelare nei confronti di due indagati, ritenuti responsabili della morte di Martimucci, l'associazione «Noi siamo Domi» ha espresso gratitudine alle autorità con un post sui social: «La famiglia ringrazia sentitamente la DDA di Bari e i Carabinieri che, ancora una volta, con il loro operato instancabile e minuzioso, a distanza di ben 10 anni dalla strage del 5 Marzo, è ancora all'opera per assicurare alla giustizia i colpevoli di una strage che sarà mai dimenticata… come la memoria del nostro amato Domi».

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