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Crac Fc Bari, la difesa: «Giancaspro ha tentato di fare fronte ai debiti e salvare la squadra»

Stralci della testimonianza del consulente tecnico della difesa nel processo sul crac della Football Club Bari 1908 Spa: alla sbarra l’ex amministratore Cosmo Antonio Giancaspro e la commercialista foggiana Anna Ilaria Giuliani

BARI - «Non c’è dubbio che erano sorti debiti, ma erano oggetto di rateizzazione e tutte le rate erano regolarmente pagate. Poi, evidentemente nella consapevolezza che in futuro non sarebbe riuscito a far fronte al pagamento dei debiti, è stata avviata la procedura di concordato» che ha portato la società in poco tempo al fallimento. È uno degli stralci della testimonianza del consulente tecnico della difesa nel processo sul crac della Football Club Bari 1908 Spa, che vede alla sbarra l’ex amministratore Cosmo Antonio Giancaspro e la commercialista foggiana Anna Ilaria Giuliani. Il primo risponde di bancarotta fraudolenta e falso in bilancio, la seconda di falso in attestazione nell’ambito della procedura di concordato preventivo.

Il consulente sentito ieri in aula, il commercialista Domenico Cocola, ha ripercorso la situazione contabile della società del Bari Calcio alla vigilia del fallimento (dichiarato a gennaio 2019), che gli inquirenti addebitano in buona parte alla gestione Giancaspro. Inizialmente nel procedimento era imputato anche l’ex arbitro Gianluca Paparesta, amministratore unico della società dal 22 marzo 2014 al 21 dicembre 2015 e presidente del cda fino al 22 giugno 2016, già assolto da tutte le accuse con rito abbreviato.

In particolare le domande rivolte al consulente dal pm Giuseppe Dentamaro e dalla difesa di Giancaspro, l’avvocato Felice Petruzzella, si sono concentrate su due «restituzioni» di 170mila euro e poi di 500mila euro (a ottobre 2016 e a dicembre 2017) che dalle casse del Bari Giancaspro avrebbe effettuato sui propri conti a pochi giorni da versamenti di pari importi. In sintesi l’allora amministratore aveva «anticipato» quelle somme che servivano per pagare F24 e stipendi ai giocatori. «Era necessario eseguire tutti i pagamenti fiscali e gli stipendi entro certe scadenze - ha spiegato il commercialista - altrimenti la società avrebbe avuto penalità nel campionato di calcio e questo avrebbe comportato un depauperamento del patrimonio sociale».

Qualche giorno dopo i versamenti, però, Giancaspro avrebbe ottenuto la restituzione di quelle somme, perché di lì a poco sarebbe entrata nuova ingente liquidità. Tutto questo, quindi, secondo il consulente, «senza alcuna intenzione di favorire se stesso e danneggiare i creditori sociali», nella convinzione che «la società sarebbe riuscita a fare fronte ai debiti, sapendo che stava arrivando liquidità dal socio Creare Impresa» (società sempre riconducibile a Giancaspro, ndr), pari a 10 milioni nel 2016 e 1,4 milioni un anno dopo. Ma a qualche mese da questa ulteriore immissione di capitale, i debiti continuavano ad aumentare.

Il fallimento della Football Club Bari 1908 Spa fu dichiarato il 14 gennaio 2019, nel giorno del 111° compleanno della società biancorossa, in rosso di circa 12 milioni. Nata per mano di Paparesta nel 2014 sulle ceneri della As Bari della famiglia Matarrese (fallita nel marzo 2014), la FC Bar 1908 fu poi rilevata nel 2016 da Cosmo Antonio Giancaspro, entrato inizialmente come socio al 5% e poi divenuto amministratore unico del club, all’epoca in serie B. Il pm Giuseppe Dentamaro gli contesta di aver accumulato debiti, per esempio omettendo «sistematicamente il pagamento di imposte e ritenute sino a 4 milioni e mezzo di euro». E nei bilanci 2016 e 2017 avrebbe omesso di riportare importi passivi fino a oltre 3 milioni di euro. Quella vicenda ha aperto la stagione di crisi dalla quale il nuovo Bari Calcio di De Laurentiis si è rialzato ripartendo dalla serie D (ora i biancorossi sono in serie B).

A sei anni dal crac targato Giancaspro il processo è ora alle battute finali. Il 25 settembre è fissata infatti la discussione con l’eventuale richiesta di condanna dell’ex amministratore. 

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