BARI - La Corte di Appello di Bari ha assolto «perché il fatto non sussiste» un 53enne barese accusato di essersi disfatto di beni sotto sequestro di cui aveva la custodia. In primo grado era stato condanna a 3 mesi di reclusione e 50 euro di multa ma i giudici d’appello, condividendo la tesi della difesa, rappresentata dall’avvocato Antonio La Scala, lo hanno scagionato. La vicenda risale a maggio 2018.
L’imputato era custode giudiziario di quattro pc, 6 monitor, un box vetrato, una stampante, che erano stati sequestrati a febbraio 2013 nell’ambito di una indagine della Guardia di Finanza. Gli stessi finanzieri, più di cinque anni dopo, a procedimento ormai concluso e settimane dopo il dissequestro, avevano effettuato un controllo accertando che il locale era vuoto e gli oggetti sequestrati non erano più lì. Di qui l’accusa di averli sottratti.
La Corte ha constatato che il dissequestro era stato disposto un mese prima del controllo e quindi il custode poteva «disporne a proprio piacimento».