Sabato 06 Settembre 2025 | 22:56

Bari, 20enne ferito a colpi di pistola nel quartiere Japigia, non è in pericolo di vita: gli spari la notte di Capodanno. È uno dei ragazzi coinvolti nella sparatoria mortale di Molfetta

 
Isabella Maselli (foto Donato Fasano)

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Isabella Maselli (foto Donato Fasano)

Bari, giovane ferito a colpi di pistola nel quartiere Japigia: gli spari la notte di Capodanno

Foto Donato Fasano

Ha riportato lesioni a un fianco ed è stato operato. Indagini in corso

Mercoledì 01 Gennaio 2025, 09:45

02 Gennaio 2025, 09:16

BARI - Ancora sangue nelle strade del quartiere Japigia. E ancora una volta i protagonisti dell’ultimo ennesimo agguato sono giovanissimi. Sempre gli stessi: i rampolli dei clan. Michele Crudele, 20 anni, residente a due passi dal quadrilatero roccaforte delle famiglie mafiose Parisi e Palermiti, è arrivato in ospedale la notte di Capodanno con una ferita all’addome, colpito da un proiettile di piccolo calibro in circostanze che toccherà alla squadra mobile e all’antimafia ricostruire, dal momento che nessuno fino ad ora ha fornito elementi utili alle indagini.

Crudele, che non è ancora fuori pericolo, per la seconda volta in pochi mesi resta coinvolto in un agguato. Il 22 settembre scorso era nella discoteca di Molfetta dove fu uccisa la 19enne Antonella Lopez e anche lui rimase ferito nella raffica di colpi sparati dal 21enne Michele Lavopa (tuttora in carcere per il delitto). Era in compagnia della vittima e di altri amici, tra cui il nipote 20enne omonimo del boss di Japigia Eugenio Palermiti.

Quella notte, durante la sparatoria che uccise Antonella, Crudele fu colpito a entrambe le mani e, di striscio, al torace. I proiettili, però, non erano diretti a lui, bensì a Palermiti jr (che pure rimase ferito). Ieri notte, invece, poco dopo lo scoccare del nuovo anno, l’ogiva che lo ha ridotto in fin di vita è probabile che fosse indirizzata proprio al 20enne. Gli investigatori della squadra mobile della Questura di Bari, agli ordini del primo dirigente Filippo Portoghese e coordinati dal pm della Dda Fabio Buquicchio, stanno tentato di ricostruire la dinamica dell’agguato. A partire dal luogo in cui si è verificato. L’unico testimone, forse addirittura oculare, è un amico coetaneo della vittima - incensurato - che lo ha soccorso dopo il ferimento e lo ha accompagnato al pronto soccorso del Policlinico di Bari. Ma ai poliziotti e carabinieri che sono intervenuti dopo la segnalazione del ferito da arma da fuoco avrebbe dato risposte vaghe. Crudele è stato sottoposto ad un intervento chirurgico di resezione dell’intestino per la pallottola conficcata nell’addome e poi ricoverato in rianimazione, intubato, in prognosi riservata. È molto grave ma non dovrebbe essere in pericolo di vita. In ogni caso nei prossimi giorni saranno eseguiti ulteriori accertamenti clinici per verificare eventuali altre lesioni. Intanto, mentre il ragazzo era sotto i ferri in sala operatoria, con i medici che cercavano si salvargli la vita, gli investigatori passavano al setaccio il quartiere alla ricerca di tracce utili a ricostruire l’agguato, che dovrebbe risalire all’1.30 circa (la vittima è arrivata in ospedale a pochi minuti dalle 2).
Hanno cominciato dalla via dove abita il 20enne, via Giustina Rocca, cuore del quartiere Japigia, non lontano dalle strade - via Archimede, via Prezzolini - insanguinate nella primavera di fuoco del 2017 quando la faida armata tra gruppi mafiosi fece tre morti in pochi mesi.

Rilievi, perquisizioni per tutta la notte, acquisizione di telecamere e tabulati telefonici: dall’analisi di tutto questo gli investigatori antimafia sperano di risalire all’autore del ferimento. Nel fascicolo, al momento a carico di ignoti, si ipotizza il tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso. Gli inquirenti non escludono alcuna pista: dal litigio per futili motivi alla ritorsione, a contrasti per il controllo dello spaccio. Neppure è escluso che il sicario - probabilmente una sola persona con una pistola di piccolo calibro - abbia aspettato Crudele sotto caso tendendogli una trappola e poi facendo fuoco con l’obiettivo di ucciderlo. Non si sa neppure - dal momento che le dichiarazioni dell’amico sono state reticenti sul punto - se vi fossero altre persone, se si sia trattato di un litigio tra gruppi di giovani. Ed è tutto da verificare anche l’eventuale ruolo del nipote del boss. Palermiti jr è ai domiciliari dal giorno di Natale per una vecchia storia legata all’aggressione alla sua ex fidanzatina. Non è escluso che il ferimento di Crudele, tra i suoi più cari e fedeli amici, compagno di tante «scorribande» negli ultimi mesi, sia stato un avvertimento proprio al giovane Palermiti.

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