il caso
Nodo Bari Nord, soluzione lampo per i fondi tagliati: il ministero potrà chiederli da capo al Cipess
Dopo la lettera di Emiliano e le consultazioni con Rfi. Il costo del progetto salito a 1 miliardo, ma c'è anche una nuova stazione Aeroporto
Le risorse per finanziare i lavori del Nodo di Bari nord cancellate il 29 novembre possono essere ripristinate con una semplice richiesta del ministero delle Infrastrutture al Cipess, a valere sulla assegnazione dei 5 miliardi di Fsc statale di competenza dello stesso ministero oppure, in alternativa, attingendo dai fondi previsti dalla Legge di bilancio del 2022 destinati alla linea Adriatica. Verrà risolto così il giallo dei soldi necessari a mandare in gara gli 11 km di linea che servono a eliminare i passaggi a livello dai quartieri periferici di Palese e Santo Spirito, realizzando sul tracciato la nuova fermata Aeroporto. Un’opera il cui costo è nel frattempo cresciuto a un miliardo.
La soluzione si è materializzata sull’asse Bari-Roma, con il fattivo supporto del gruppo Fs, dopo la lettera che il governatore Michele Emiliano ha scritto ai ministri Tommaso Foti (Affari europei) e Matteo Salvini (Infrastrutture). Emiliano ha ricordato che si tratta di «un intervento strategico sia sotto il profilo dell’esercizio ferroviario dei passeggeri e delle merci sulla linea Adriatica, sia per gli importanti interventi di rigenerazione urbana nel territorio del Comune di Bari». Il capo di gabinetto della Regione, il professor Giuseppe Catalano, ha ricostruito il quadro dei finanziamenti per l’opera, che derivava da due delibere Cipess del 2022 (ministro Giovannini) soldi che sono stati azzerati il 27 novembre dopo la presa d’atto del mancato raggiungimento delle «obbligazioni giuridicamente vincolanti» (la firma dei contratti di appalto) nei termini previsti. E ha suggerito le possibili allocazioni alternative.
Rispetto alle previsioni iniziali il costo di progetto è cresciuto di circa il 45%. Invece di procedere con il Pfte (il nuovo Progetto di fattibilità tecnico economica), Rfi ha applicato le norme del vecchio codice predisponendo il progetto preliminare su cui è stato completato l’iter autorizzativo. Entro un paio di mesi dovrebbe essere pronta la progettazione definitiva che consentirà, se il ministero dovesse confermare la richiesta di ripristino dei fondi, di andare a gara entro la prima metà del 2025. Anche il sindaco di Bari, Vito Leccese, negli scorsi giorni aveva polemizzato con la decisione di definanziare il Nodo (e circa altre 500 opere per un valore di 7 miliardi) chiedendo a Rfi e ministero delle Infrastrutture di «mantenere gli impegni», « altrimenti ci sarà una mobilitazione dell'intera città, perché non sono solo i cittadini di due quartieri ad attendere da vent’anni questo progetto, ma un intero territorio».