il caso

Il giallo della moglie di Jacobini jr spiata da Equalize per conto di un imprenditore romano: «Vuole sapere dov'è, ogni ora»

FRANCESCO CASULA e MASSIMILIANO SCAGLIARINI

L'ingegnera Amalia Alicino vittima del proprietario della società milanese in cui lavorava: l'ipotesi di una controversia commerciale

BARI - «Provi a localizzarmi lei per favore?». È il 2 giugno 2023 quando sul telefono di Carmine Gallo, ex superpoliziotto finito ai domiciliari perché ritenuto uno dei vertici del gruppo che «spiava» su commissione imprenditori, politici ed esponenti della finanza, arriva la richiesta dell’imprenditore romano Lorenzo Sbraccia. La «lei» da ritracciare è Amalia Alicino, 44enne di Trani ingegnere alle dipendenze di Fenice srl (una società di Sbraccia) e «con un passato – scrivono gli inquirenti - in Banca Popolare di Bari». La donna è la moglie di Gianluca Jacobini, il 47enne ex condirettore generale dell’istituto barese, a processo a Bari con l’accusa di averne causato il crac.

Dagli atti depositati dalla Procura di Milano emerge che in quella estate del 2023, la Equalize, anche grazie ai servizi offerti dal maresciallo salentino Giuliano Schiano (in servizio alla Dia di Lecce e sospeso per sei mesi dal servizio) si era attivata per una ricerca sistematica proprio sulla 44enne ingegnera pugliese: aveva cercato informazioni dalle banche dati, informazioni da fonti aperte arrivando persino a tracciare la sua posizione.

CONTINUA A LEGGERE SULL'EDIZIONE DIGITALE O ACQUISTA LA COPIA CARTACEA

Privacy Policy Cookie Policy