Il caso
Picchia e maltratta la moglie, nel Barese arrestato un uomo
Mentre lei lavorava come badante, l’uomo è rimasto in patria finché non si è trasferito a Mola e non avendo trovato una collocazione lavorativa, avrebbe cominciato a chiedere denaro alla moglie, offendendola, umiliandola e minacciandola quotidianamente
MOLA DI BARI - Arrestato un uomo originario dell’Est europeo, residente a Mola da qualche anno, per maltrattamenti in famiglia e furto nei confronti della giovane moglie, una connazionale, stimata in città per la sua attività di assistente agli anziani.
Le manette sono scattate a seguito di un litigio per motivi economici. L’uomo, secondo la versione raccontata ai Carabinieri, era da tempo disoccupato e con insistenza chiedeva denaro alla donna che, dopo l’ennesimo rifiuto, sarebbe stata colpita ripetutamente al punto da costringerla a denunciarlo.
I maltrattamenti sarebbero iniziati da qualche mese. Mentre la donna lavorava come badante, l’uomo è rimasto in patria finché non si è trasferito a Mola e non avendo trovato una collocazione lavorativa, avrebbe cominciato a chiedere denaro alla moglie, offendendola, umiliandola e minacciandola quotidianamente. In diverse occasioni la donna sarebbe stata colpita ripetutamente con schiaffi e calci. L’uomo è stato descritto dalla donna come possessivo e violento.
Dopo l’ultima aggressione, la donna ha prima fatto ricorso alle cure dei sanitari, poi ha trovato la forza di rivolgersi agli uomini dell’Arma. Quindi il racconto di tutte le violenze e minacce che aveva subito nel tempo e avevano minato la serenità della donna, costretta a vivere in un continuo stato di paura, esasperazione, prostrazione ed angoscia. Nei giorni successivi alla denuncia l’uomo avrebbe continuato a tormentare e minacciare sua moglie.
Il pubblico ministero di turno presso la Procura della Repubblica del capoluogo, sulla base di quanto ricostruito dai militari, ha quindi richiesto al Gip del Tribunale un’idonea misura cautelare per fermare l’uomo che nelle scorse ore è stato arrestato.
Questo nuovo episodio evidenzia quanto denunciare una violenza subìta e chiedere aiuto non sia un atto semplice, né scontato: richiede molto coraggio. Ma un percorso di uscita da questa situazione è possibile, reale, concreto grazie alla rete di protezione formata, a Mola, dalle forze dell’ordine, dai Servizi sociali e dal Cav (Centro anti violenza) comunale che supporta le donne vittime di violenza sul territorio cittadino.
Nell’ambito sociale territoriale, sono una dozzina le donne, alcune con minori, che dopo aver bussato al Cav e aver denunciato le violenze alle forza dell’ordine, hanno trovato rifugio nelle strutture di accoglienza e protezione, grazie alle quali cercheranno di voltare pagina lontano da mariti o conviventi violenti. La violenza sulle donne, soprattutto all’interno delle mura domestiche, ha raggiunto livelli preoccupanti anche in questo territorio.