Il caso

Santeramo, perseguita l’ex compagna: a processo un trentottenne

Per due anni minacce e violenze fisiche, anche un'aggressione con le mani alla gola

SANTERAMO IN COLLE - In conclusione dell’ udienza preliminare innanzi celebrata davanti al gup Paola Angela De Santis, il 38enne di nazionalità albanese, residente a Santeramo in colle, accusato di aver minacciato e molestato, anche attraverso telefonate e sms anonimi, una donna di 34 anni con la quale aveva intrattenuto una relazione, ha chiesto ed ottenuto di venire processato con la formula del rito abbreviato.

Nel corso della stessa udienza, l’associazione culturale «Gens Nova» che assiste le vittime di violenza, rappresentata in aula dall’avvocato Anna De Tommaso, è stata ammessa al processo in costituzione di parte civile. In base alla ricostruzione dell’accusa, i fatti si sarebbero svolti in un arco temporale compreso tra il settembre del 2018 e il mese di luglio del 2020 quando la donna, esasperata, avrebbe presentato denuncia presso la stazione carabinieri.

Stando al racconto fornito dalla vittima, l’uomo avrebbe cercato prima di convincerla poi di obbligarla, ricorrendo alle maniere forti e alle minacce, a coltivare una relazione intima contro la sua volontà. Dagli approcci rudi, dalle offese e dalle violenze verbali, il cittadino albanese sarebbe passato all’aggressione fisica, tentando in una circostanza di trascinarla fuori da una farmacia dove lei era entrata nel tentativo di sfuggirgli dopo che le aveva intimato di seguirla.

Più grave l’episodio denunciato nel giugno del 2020, quando il 38enne nato a Kruje ma residente da tempo in Puglia, l’avrebbe aggredita mentre si trovava nell’androne del suo condominio prendendola a calci e pugni e mettendolo le mani alla gola. Sempre più preoccupata, temendo per la sua stessa incolumità la vittima, dopo essersi trasferita in casa della sorella, ha deciso di denunciare quello che le stava accadendo già da tempo ai carabinieri.

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