L'intervista
Santoro a Bari: «Sostenere la nostra lista per portare l’Italia fuori dalle guerre»
Il giornalista è capolista del cartello per le europee «Pace, terra e dignità»
Michele Santoro, giornalista e fondatore della lista per le Europee “Pace terra dignità”, ieri a Bari per un comizio in Via Sparano. Come nasce questo progetto?
«La lista nasce dal fatto che la parola “pace” in Italia era quasi proibita. L’abbiamo rimessa al centro della campagna elettorale. Stoltenberg della Nato ha detto che si possono utilizzare missili occidentali per aggredire la Russia: una dichiarazione di guerra che non vede al momento reazioni né del governo né delle opposizioni».
Cosa non torna?
«Stiamo entrando in guerra senza parlarne, senza un dibattito parlamentare o nel Paese».
A chi si rivolge il vostro programma?
«Guardiamo a aveva perso la fiducia nel voto. Se qualcuno è convinto del Pd o del M5S, fa bene a votarli e a non cambiare opinione, ma dovrebbero chiedere maggiore impegno sulla questione “guerra”. Tanti poi votavano turandosi il naso e a loro ci rivolgiamo noi».
Lo sbarramento al 4%...
«La soglia alta è un tema propagandistico, portato avanti dai partiti per evitare il successo delle liste nuove. Andava abolita la raccolta delle firme per le liste senza rappresentanti. Noi ci siamo riusciti in 3 settimane, con un calvario. Con il proporzionale, lo spostamento tra i campi concorrenti sarà minimo, l’unica novità siamo noi. Se superiamo il 3% genereremo un terremoto politico».
Sull’Ucraina?
«L’Italia deve uscire dalla guerra, rifiutarsi di inviare armi a Kiev e assumere una posizione centrale e credibile, non accodandosi alle iniziative degli Usa, per rilanciare l’azione diplomatica. La Carta ci impedisce di partecipare a conflitti armati. Il sillogismo per cui Putin starebbe per attaccare l’intera Ue è ridicolo. Il nostro ruolo a favore dell’Ucraina è di riuscire a ottenere il cessate il fuoco, un armistizio in chiave di sicurezza internazionale tra grandi potenze: può difendere anche l’indipendenza integrale dell’Ucraina, lasciando aperta la questione dei territori contesi. Tacendo le armi, lì si potrebbe fare un referendum per l’autodeterminazione».
La crisi in Medio Oriente?
«Il nostro auspicio è che i circa 150 paesi che hanno riconosciuto la Palestina - ma non l’Italia - intervengano per ottenere un cessate il fuoco. Assistiamo al massacro da parte di Netanyahu di un intero popolo. Dal mio punto di vista non si capisce la resistenza a deferirlo all’Aja come “un criminale d guerra”. il fatto che agisca dopo altri crimini di guerra commessi da parte dei cosiddetti terroristi di Hamas - anche se Hamas non è solo riducibile al terrorismo - non giustifica le azioni in atto. E lo dico considerando la strage del 7 ottobre come terrorismo ingiustificabile».
Perché non avete fatto la lista unica con Marco Rizzo?
«E con i fascisti anche? Sono persone con cui non abbiamo rapporti né vogliamo averne».
Cosa farà dopo le Europee?
«Continuerò a battermi per la pace in tutti i modi possibili. Sono per il consolidamento dall’Italia di un movimento per la pace, con caratteristiche internazionali. Possiamo diventare punto di riferimento globale sulla pace».
Il dibattito in Italia a che punto è?
«Prolungare questo sistema di guerra ci impedisce di uscire dalla gabbia del debito. Per affrontare povertà e cambiamento climatico di vogliono ingenti risorse».