Come cambia la città

Bari, meno negozi, più ristoranti e bar

Carmen Palma

Sono alcuni dei dati presentati ieri al convegno «Cambiamenti e sfide territoriali»

BARI - A Bari cresce l’occupazione, diminuiscono le attività commerciali ma aumentano alberghi, bar e ristoranti. Sono solo alcuni dei dati presentati ieri mattina al convegno «Cambiamenti e sfide territoriali», organizzato da Confcommercio Bari-Bat alla Fiera del Levante. Un momento di scambio e confronto, quello di ieri, nato con l’obiettivo di spiegare i cambiamenti sociali ed economici in atto e aiutare le imprese nel contrastare la desertificazione commerciale, attraverso la rigenerazione urbana e la riforma fiscale. Nel dettaglio, durante il convegno - moderato dal direttore della Gazzetta Mimmo Mazza - è emerso che a Bari l’occupazione è cresciuta di quasi 13 punti dal 2018 al 2023, un dato che supera Roma (0,2) e Milano (1,7), mentre va addirittura in negativo a Napoli (-0,6).

La relazione di Paolo Testa, responsabile del settore Urbanistica e Rigenerazione Urbana di Confcommercio Nazionale, ha presentato invece un quadro più negativo: a Bari il commercio in sede fissa è calato del 20,6% dal 2012 al 2023, un dato che supera (anche se di poco) la media nazionale (-20,2%). Alberghi, bar e ristoranti sono aumentati invece del 15,6%, molto più delle variazioni in tutto il Paese (+3,1%) e in 120 comuni medio-grandi (+4,5%). Sempre nei comuni medio grandi italiani, inoltre, la densità commerciale (cioè il numero di punti vendita ogni 1000 abitanti) è passata da 9 a 7,3 in dieci anni, dal 2012 al 2022. Alcune attività, poi, crescono più di altre: le variazioni sono in positivo per le imprese di ristorazione e tecnologia, scendono invece abbigliamento e alimentari. A definire questo quadro ci sono diversi cambiamenti in atto, tra cui la dismissione di format commerciali ormai non più competitivi, nuovi stili di vita e di consumo tra cui gli e-commerce, il cui giro di affari è cresciuto del 133% dal 2018 al 2023, invecchiamento e denatalità, eventi climatici estremi.

Nel corso del convegno è stata anche spiegata nel dettaglio la riforma fiscale e i nuovi decreti già entrati in vigore. Luigi Lovecchio, dottore commercialista ed esperto de Il Sole 24 Ore, ha spiegato che «il problema principale di questa riforma è che non ci sono abbastanza fondi a disposizione e che, di conseguenza, è stata in buona parte appaltata all’Agenzia delle Entrate».

«Per fare un esempio - ha spiegato -, il nuovo decreto di accertamento con adesione mira alla semplificazione delle pratiche, ma in tutta franchezza faccio fatica a credere lo faccia. Vogliono poi eliminare la mediazione tributaria, che a Bari ha funzionato. In realtà è stata eliminata solo perché introdotta da un governo che aveva un colore politico opposto a questo».

«Sono dieci anni che le attività produttive diminuiscono, con 111mila aziende cessate, di cui mille solo a Bari - ha dichiarato a margine del convegno Vito D’Ingeo, presidente Confcommercio Bari Bat -. Qualcosa non va. Bisogna creare una sinergia con le amministrazioni di Bari-Bat, e per farlo mettiamo il centro studi di Confcommercio al loro servizio, affinché si possano meglio organizzare i centri storici e le vecchie attività che non possono morire così. Faremo formazione per ogni Comune che ce lo chiederà, per mettere in moto quei meccanismi in grado di fare la differenza».

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