BARI - La questua «arrabbiata» dei parcheggiatori abusivi nelle piazze baresi e sul lungomare. Vogliono il loro caffè (s)corretto, «A piacere, lo zio». Lo chiedono, a volte lo implorano sempre più spesso lo pretendono... con cattiveria «Altrimenti ti rigo la macchina». Esattamente quello che è accaduto ad una architetto e alla sua Fiat 500 parcheggiata nei pressi di Largo Giordano Bruno. La donna aveva appena sistemato la macchina ed insieme a due amiche e colleghe di lavoro in uno studio tecnico della provincia, si stava avviando verso Piazza Ferrarese per un aperitivo prima di una passeggiata per lo shopping quando è stata avvicinata da un questuante che le ha chiesto con una certa insistenza qualche moneta «per controllare la macchina».
Carnagione chiara, un forte accento straniero, caracollando, come fosse ubriaco, l’ha seguita mentre lei dopo aver fatto cenno di non avere monete, a passo svelto cercava di raggiungere le amiche che la precedevano di una decina di passi. L’automobilista ha cercato di accelerare, un po’ spaventata e il guardiamacchine, dopo aver pronunciato quelle che sembravano proprio delle bestemmia in una lingua dell’Est, si è fermato, brontolando.
Tutto sarebbe finito lì se qualche ora dopo la proprietario della 500 tornando non si fosse accorta che la fiancata della sua automobile era rigata, per tutta la metà posteriore. «Prima quel graffio non c’era - ha raccontato alla «Gazzetta» - ne sono più che certa. L’auto non è nuovissima ma ne ho cura. Quell’uomo che ora purtroppo non riconoscerei era arrabbiato. Gli avrei dato qualche moneta ma l’avevo già spesa per il parchimetro.» La vittima ha deciso di non denunciare l’accaduto.
Non mollano, non si arrendono, non sgomberano nonostante i controlli, le sanzioni, gli ammonimenti delle forze dell’ordine. Gli abusivi sono sentinelle, occhi e orecchie puntati sulla strada, 12 ore al giorno, tutti i giorni, ricettacolo di informazioni che all’occorrenza vendono al migliore offerente. E per ingraziarsi i favori delle famiglie di camorra, a loro regalano qualche buona dritta. Facendo un calcolo al ribasso, in un mese il business del parcheggio abusivo porta nelle tasche di un guardiamacchine che è riuscito ad accaparrarsi una posizione di favore, almeno 900 euro, tutto in nero ed esentasse. Non ci sono spese vive, niente costi, niente debiti, nessun ammortamento, solo un numero infinito di «caffè».