Sabato 06 Settembre 2025 | 12:23

Bitritto, fu soffocato e ucciso davanti al bar: l’assassino sceglie l’abbreviato

 
Isabella Maselli

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Isabella Maselli

Bitritto, fu soffocato e ucciso davanti al bar: l’assassino sceglie l’abbreviato

I familiari della vittima si sono costituiti parti civili nell’udienza preliminare. L'omicidio il 20 novembre 2022, all'alba

Domenica 07 Aprile 2024, 10:31

BARI - Sarà processato con rito abbreviato il 31enne di Bitritto Francesco Assunto, imputato per l’omicidio volontario, con dolo eventuale, del 27enne Giovanni Palazzotto, soffocato fino a morire all’alba del 20 novembre 2022 nella piazza centrale della cittadina del Barese. Nei mesi scorsi la pm Chiara Giordano aveva chiesto il rinvio a giudizio del barista, accusato di aver «infierito in maniera continuativa con la forza fisica e con continui insulti contro» la vittima, «non mostrando pietà nemmeno quando quest’ultimo era in fin di vita ed evidenziando totale insensibilità perfino dinanzi al cadavere».

Quella mattina Palazzotto, in stato di agitazione per aver assunto alcol e droga, stava importunando titolari e clienti di diverse attività commerciali di Bitritto e al bar di Assunto avrebbe tentato di sfondare la vetrata di accesso. Il 31enne riuscì a bloccarlo, dandogli anche sei pugni, e lo immobilizzò a terra, facendo pressione con un ginocchio sulla schiena, fino all’arrivo delle forze dell’ordine. Stando all’ipotesi accusatoria, quella pressione esercitata con forza e a lungo, per ben 16 minuti, uccise Palazzotto soffocandolo.

Ricostruendo i fatti sulla base delle dichiarazioni di alcuni testimoni oculari, dell’esito dell’autopsia e, soprattutto, attraverso l’analisi dei video e degli audio estrapolati dalle telecamere di videosorveglianza del bar, la Procura non ha dubbi sul «nesso causale tra la condotta posta in essere da Assunto e il decesso di Palazzotto». Causa del decesso che i medici legali hanno individuato proprio nella «compressione prolungata del mantice respiratorio».

Assunto fu arrestato in flagranza dai carabinieri quella stessa mattina, ma dopo tre giorni in cella il gip lo scarcerò ritenendo quella pressione prolungata che causò il soffocamento di Palazzotto un «errore di valutazione», cioè un eccesso colposo nella legittima difesa. Qualche mese dopo il Riesame e poi anche la Cassazione hanno dato ragione alla ricostruzione dell’accusa, riportando Assunto in stato di detenzione per omicidio volontario (è tuttora agli arresti domiciliari).

«Pur dovendosi ammettere che l’indagato fosse convinto di trovarsi in presenza di un pericolo imminente e incombente di un’offesa ingiusta al proprio esercizio commerciale», cioè temeva danni al locale, «difetta l’ulteriore requisito della necessità di difendersi» secondo i giudici, i quali nel provvedimento evidenziavano che «l’azione di compressione si è protratta nei confronti di un soggetto in una situazione di evidente prostrazione psicofisica, cioè in una situazione in cui la condotta aggressiva della vittima era del tutto esaurita e non vi era neppure pericolo concreto di aggressione alla persona».

In udienza preliminare, dinanzi al gup Giuseppe Montemurro, l’imputato - tramite il suo difensore, l’avvocato Raffaele Quarta - ha chiesto di essere processato con il rito abbreviato, che gli consentirebbe, in caso di condanna, uno sconto di un terzo sulla pena inflitta. I famigliari della vittima, i genitori, la sorella con il cognato, l’ex compagna e la loro bambina si sono costituiti parti civili con gli avvocati Luca Colaiacomo e Tiziana Sangiovanni. Si tornerà in aula il 4 luglio per la discussione.

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