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Agguato a Torre a Mare, ucciso a colpi di pistola il nipote del boss Capriati
Lello aveva scontato 17 anni per l'omicidio del 15enne Michele Fazio. Inutile la corsa al Policlinico. Il fratello era stato ammazzato nel 2018
Il delitto è stato compiuto nel quartiere Torre a Mare, probabilmente con un'arma automatica. Capriati è stato condotto al Policlinico di Bari dove è deceduto e dove si sono registrati momenti di grande tensione. Sul posto sono al lavoro uomini della squadra mobile della Questura di Bari, coordinati dalla Dda, per i rilievi di rito.
Capriati era stato scarcerato nel settembre 2022 dopo aver scontato 17 anni per concorso nell'uccisione di Michele Fazio, il 15enne ucciso per errore a Bari vecchia il 12 luglio 2001. Anche suo fratello Mimmo è stato ammazzato nel 2018.
L'OMICIDIO DI MICHELE FAZIO
Quella maledetta sera del 12 luglio 2001 in largo Amendoni a Bari vecchia a premere il grilletto fu Leonardo Ungredda (ucciso in un agguato il 19 agosto 2003) ma con lui c’erano Raffaele Capriati, detto Lello, allora 18enne, Francesco Annoscia, 19enne e Michele Portoghese, 17 anni. Volevano vendicare la morte di Francesco Capriati, 24 anni, un altro dei numerosi nipoti del «padrino» Antonio, ucciso pochi giorni prima, il 29 giugno. Il loro obiettivo era Marino Catacchio, 31 anni (poi assassinato nel 2008), che consideravano l’autore di quel delitto.
Non lo trovarono in casa e puntarono su Vito De Felice, allora 26enne, figlio di un pezzo da novanta come Giuseppe, detto Pinuccio «il Napoletano». Uno dei proiettili indirizzati a De Felice raggiunse alla nuca l’incolpevole Michele Fazio, appena 15 anni, il più grande di quattro figli, mentre alle 22.40 tornava a casa. Gli assassini si accorsero subito di aver fatto un errore, di aver ammazzato «nu uagnon bun», un bravo ragazzo.
Tra le storie in sospeso, tra i conti ancora aperti del clan Capriati c’è la morte di Domenico Capriati, detto Mimmo, fratello di Lello, assassinato a Japigia il 21 novembre del 2018 mentre rientrava a casa sotto gli occhi di moglie e figlio. Ora si aggiunge anche Lello, che da quando era uscito aveva ripreso il suo posto nelle gerarchie della famiglia considerata sempre egemone nella città vecchia di Bari.