Il retroscena

Bari, la sanguinosa primavera 2017 che cambiò il volto del clan Parisi

Isabella Maselli

Negli atti della Dda l’evoluzione del gruppo criminale: prima dei tre omicidi si occupavano soltanto di affari, poi un mutamento di equilibri e alleanze

BARI - La primavera di fuoco che ha insanguinato Japigia nel 2017, con tre agguati mafiosi in pochi mesi nella guerra tra il clan Parisi-Palermiti e l’emergente gruppo criminale capeggiato da Antonio Busco, costituirebbe lo spartiacque tra la vecchia e la nuova geografia mafiosa del quartiere a sud di Bari. Prima di allora, lo hanno raccontato anche i «pentiti», a Japigia non si sparava, non si spargeva sangue, vigeva una sorta di legge non scritta in base alla quale i clan facevano «affari» senza attirare l’attenzione. Da quel momento però, tutto sarebbe cambiato. E anche gli equilibri tra gruppi rivali e le alleanze, con vere e proprie «migrazioni» da un gruppo all’altro, rafforzando - sembrerebbe - il nucleo originario della mafia di Japigia, quello con a capo il «mammasantissima» Savino Parisi...

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