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Bari, agente polizia penitenziaria aggredito da detenuto in carcere

 
Redazione online

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Morte detenuto cardiopatico assolto medico carcere di Bari

La vittima sarebbe stata ripetutamente colpita al volto e al corpo, prognosi di dieci giorni

Giovedì 18 Gennaio 2024, 15:22

BARI - Un agente della polizia penitenziaria del carcere di Bari sarebbe stato aggredito, e colpito «ripetutamente al volto e al corpo», da un detenuto della seconda sezione. A riferirlo in un comunicato è il Sappe, il sindacato autonomo della polizia penitenziaria, che spiega come l'agente sia stato costretto a ricorrere alle cure del pronto soccorso con una prognosi di dieci giorni.

«Anche in questo caso - si legge nel comunicato - il detenuto in questione della provincia di Bari di circa 40 anni, in carcere per reati contro il patrimonio, ha girato parecchi penitenziari della Puglia e della Basilicata creando disordini, aggredendo detenuti e poliziotti». Il sindacato, riferendosi all’udienza tenutasi ieri in Tribunale a Bari nel processo che vede imputati 5 agenti per tortura su un detenuto, si chiede "chi sono i torturatori? Un detenuto che senza alcun motivo colpisce un poliziotto mandandolo all’ospedale» o «dei poliziotti che rischiano di morire avvelenati dal fumo per salvare la vita ad un detenuto, e nel contempo violano i regolamenti carcerari ed aprono da soli 130 detenuti per evitare una sanguinosa rivolta e strage?».

Il riferimento è proprio ai fatti per cui i cinque (insieme ad altri sei tra agenti e infermieri) sono a processo: prima del pestaggio il detenuto - che aveva problemi psichiatrici - aveva dato fuoco a un materasso costringendo gli agenti a evacuare le celle e l’intero piano. Il sindacato, prosegue la nota, «ritiene che un servitore dello Stato che compie atti vergognosi in maniera cosciente e violenta debba pagare molto di più di un normale cittadino, ma se nella concitazione di momenti molto difficili, stressanti come quelli accaduti quella notte da cui dipendeva la vita e la sicurezza di tante persone avvengono atti deplorevoli, questi non possono essere misurati sempre con lo stesso metro».

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