BARI - Gli operatori di mercato pensavano che l’asta sarebbe andata deserta. E sono rimasti molto sorpresi quando invece l’hotel Cala Ponte è stato aggiudicato all’unico partecipante che ha messo sul piatto i 7 milioni richiesti. E così uno dei gioielli del turismo pugliese è andato a una società di Altamura, Dimarno Group, attiva nel settore alimentare.
La vendita all’asta rientra nel fallimento della Fimco, la società del costruttore Vito Fusillo di Noci saltata nel 2019 e poi coinvolta nelle indagini sullo scandalo della Banca Popolare di Bari. I curatori, l’avvocato Pino Pepe e il commercialista Franco Leo, hanno messo sul mercato tutti gli immobili che la società aveva in pancia e che sono finiti nel mirino della Procura di Bari per via dei finanziamenti ottenuti dalla ex PopBari: una catena (chi indaga le ha definite «operazioni triangolari») di concessioni di credito utilizzate per spostare via via i rischi dall’impresa di Fusillo ai suoi beni, consentendo così alla banca di erogare nuovi prestiti e ricominciare da capo.
La procedura di vendita dell’albergo si è chiusa ieri e verrà perfezionata nelle prossime settimane, all’esito delle verifiche e del decreto di trasferimento del Tribunale (giudice delegato Laura Fazio) che consentirà di stipulare l’atto notarile. Della «collezione» Fimco fa parte anche il porto turistico di Cala Ponte, che sorge a pochi passi dall’albergo, per il quale invece l’asta è andata deserta per la seconda volta. Il prezzo base per il 93,95% della società proprietaria era pari a 10,5 milioni, somma in cui sono compresi anche i 3,5 milioni dovuti ad Amco, la società pubblica controllata dal ministero dell’Economia che ha acquistato i crediti della ex Popolare e che ha in pegno le quote di Cala Ponte su cui ha chiuso un accordo per la ristrutturazione del debito...