TORINO - Marelli chiude lo stabilimento di Crevalcore (Bologna) con una produzione legata ai motori endotermici e 230 dipendenti. Lo ha annunciato l’azienda ai sindacati. La produzione verrà trasferita nello stabilimento di Bari. Marelli ribadisce che l’Italia è strategica, in quanto lo considera «un centro di rilievo in ambito ingegneria e ricerca e sviluppo, così come un importante polo produttivo».
SINDACATI: «SARA' LA PRIMA DI UNA LUNGA SERIE DI CHIUSURE»
«Chiediamo a Marelli di rivedere la sua decisione e al governo di convocare immediatamente un tavolo istituzionale di confronto». Lo chiedono Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Uglm, Aqcfr dopo l’annuncio di Marelli della chiusura dello stabilimento di Crevalcore (Bologna). «È da tempo - affermano i sindacati - che chiediamo riconversioni per le fabbriche legate al motore termico, senza le quali la chiusura di Crevalcore sarà solo la prima di una lunga serie, così come chiediamo di concentrare le risorse pubbliche sulle leve che possono salvaguardare e rilanciare l’industria di esportazione.
È su queste priorità che si deve concentrare l’interesse del Ministero del Made in Italy e delle Imprese, trasformando le dichiarazioni di principio sull'automotive in atti concreti. Per chiedere a Marelli di ritirare la decisione di chiusura della fabbrica di Crevalcore e per chiedere al Governo di convocare un tavolo di confronto, si proclama la mobilitazione permanente a Crevalcore e otto ore di sciopero in tutto il gruppo per venerdì 22 settembre».
Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Associazione Quadri hanno proclamato otto ore di sciopero in tutto il gruppo Marelli per venerdì 22 settembre per chiedere all’azienda di rivedere la decisione di chiudere lo stabilimento di Crevalcore (Bologna) con 230 dipendenti.