BARI - «Permettetemi di rivendicare con un pizzico di orgoglio i risultati raggiunti dai sindaci italiani dopo mesi e mesi in cui sono stati dipinti come i responsabili dei ritardi del Pnrr. Il Piano assegnava ai Comuni fondi per 40 miliardi di euro, noi siamo stati in grado di presentare progetti per 80 miliardi di euro, cioè il doppio. Ma non è finita qui. Secondo i dati pubblicati dal governo, al 13 giugno 2023 si contano in tutta Italia, in totale, 197mila progetti finanziati dal Pnrr, per un valore di 105 miliardi e 700 milioni di euro al netto dei cofinanziamenti. Bene. Di questi soldi, alla data del 31 maggio scorso ai Comuni erano stati assegnati 36,3 miliardi di euro, pari all’91% della dotazione finanziaria che era prevista per loro. Ripeto, per farmi capire meglio: siccome i progetti dei Comuni c'erano, erano buoni e hanno superato tutte le verifiche, il 91% di essi ha già avuto le risorse assegnate».
Lo ha detto il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, durante l’assemblea generale di Confindustria Bari-Bat in corso a Bari, alla quale partecipano il ministro Raffaele Fitto e il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi. "Faccio una comparazione - ha aggiunto - solo per dare un’idea non per altri motivi: a tutti gli altri soggetti beneficiari del Pnrr sono stati assegnati nello stesso periodo 69,4 miliardi di euro, che è solo il 46% della dotazione finanziaria prevista per loro. Non so come pare a voi, a me pare un primo dato molto eloquente. Noi siamo quasi al traguardo, almeno delle assegnazioni. Gli altri non sono neanche a metà strada».
«Dall’Anac, l’Autorità anticorruzione, che certifica che da luglio 2022 a metà giugno 2023 in tutta Italia e da parte di tutti i soggetti attuatori sono state bandite 102 mila gare d’appalto finanziate dal Pnrr o dal Pnc. Ebbene, l’Anac ci dice che 52mila di queste gare, cioè, il 51% del totale, sono state bandite dai Comuni. Anche qui ripeto, per chiarezza: più della metà di tutte le gare Pnrr-Pnc bandite fino ad adesso in Italia le hanno bandite i comuni. Vuol dire che siamo di gran lunga la prima categoria di committenti del Paese. Secondo i calcoli dell’Ifel, infatti, gli investimenti fissi lordi dei Comuni sono aumentati del 70% nel 2023 rispetto al 2017». Lo ha detto il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, durante l’assemblea generale di Confindustria Bari-Bat in corso a Bari. «In pochi anni - ha aggiunto - ci dice l’Ifel, siamo passati dai 9 miliardi di euro nel 2018 ai 14 miliardi di euro stimati (con prudenza) per il 2023, sulla base dei primi 5 mesi dell’anno. Parliamo di soldi per investimenti effettivamente spesi, per interventi conclusi o corso. Soldi veri, per opere vere realizzate da imprese vere che assumono operai veri, in carne e ossa. Questo incremento si è avvertito prima nei territori del Centro-Nord, ma dal 2021 anche nel Mezzogiorno dove registriamo una ripresa molto evidente: parliamo di un più 23% rispetto al 2017, che si attesterà a più 65% a fine 2023 grazie ai lavori del Pnrr. Insomma, non è un fuoco di paglia, né un miraggio quello che stiamo intravedendo: la crescita degli investimenti da parte dei Comuni è un fattore strutturato e permanente».
CHIEDIAMO AL GOVERNO DI ASCOLTARCI E CONDIVIDERE
«Chiediamo al Governo di ascoltarci, di condividere con noi, con voi, alcune scelte, poche ma fondamentali per far si che l’ingranaggio non si inceppi».
Lo ha detto il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, durante l’assemblea generale di Confindustria Bari-Bat in corso a Bari.
«Siamo tutti chiamati a concorrere al grande disegno che si chiama Italia 2030 - ha aggiunto - sapendo che non avremo altri giorni che questi, quindi non ci è dato di sprecarli».
FITTO: SU FONDI UE DIALOGO POSITIVO CON LA COMMISSIONE
Sulla «rimodulazione del Pnrr ma anche per l’utilizzo delle risorse del fondo di Sviluppo e Coesione abbiamo un confronto aperto, proprio in questi giorni, con la Commissione europea per poter avere la possibilità di utilizzare al meglio queste risorse, anche in una visione che per il Mezzogiorno sia strategica. E siamo convinti che ci sia bisogno di utilizzare bene e meglio le risorse concentrando l'utilizzo delle stesse, evitando la parcellizzazione del passato e immaginando obiettivi strategici e interventi chiari, con un cronoprogramma preciso e non certamente decine di migliaia di piccoli interventi che poi non producono, come purtroppo è stato in passato, quei risultati di cui ha fortemente bisogno il Mezzogiorno». Lo ha detto il ministro per gli Affari europei, il Sud e le politiche di coesione e in Pnrr, Raffaele Fitto, a margine l’assemblea generale di Confindustria Bari-Bat in corso a Bari.
Su Pnrr e Fondo sviluppo e coesione "mi sembra che il confronto con la Commissione europea sia positivo e anche con le Regioni, perché vorrei sottolineare che in Conferenza Stato-Regioni abbiamo definito un’intesa con le Regioni italiane, abbiamo attivato dei tavoli di confronto, stiamo facendo un monitoraggio con ogni singola Regione sulla situazione preesistente e a breve poi saremo pronti anche nel definire gli aspetti collegati alle scelte per i prossimi programmi e per i prossimi mesi». Lo ha detto il ministro per gli Affari europei, il Sud e le politiche di coesione e in Pnrr, Raffaele Fitto, a margine l’assemblea generale di Confindustria Bari-Bat in corso a Bari.
Sui tempi della quarta rata Pnrr «se vogliamo stare ai fatti noi siamo dentro i termini europei». Lo ha detto il ministro per gli Affari europei, il Sud e le politiche di coesione e in Pnrr, Raffaele Fitto, a margine l'assemblea generale di Confindustria Bari-Bat in corso a Bari, rispondendo alla domanda se l’Italia riuscirà a rispettare i tempi previsti per ottenere la quarta rata.
«Ci sono tre Paesi - ha aggiunto - che hanno chiesto la terza rata: Italia, Spagna e Grecia. Quindi non mi sembra che ci sia difficoltà su questo. C'è un approfondimento che per l’Italia" non è quello degli altri Paesi «perché - ha evidenziato - mi piace sottolineare che l’Italia ha il programma più alto di investimenti del Pnrr rispetto agli altri Paesi, a partire dalla Spagna che è il secondo Paese ma ha un programma di un terzo rispetto al nostro, questa è verità». «Ieri - ha concluso - abbiamo presentato le modifiche finalizzate alla soluzione dei problemi esistenti per gli obiettivi al 30 giugno, non voglio farmi trascinare in una polemica tra parti politiche che ritengo molto strumentali ma soprattutto la ritengo non utile all’interesse del nostro Paese quindi proseguiamo a lavorare rispetto alla soluzione dei problemi e il tempo si incaricherà di chiarire le questioni».
«Se il dibattito di queste ore» sul Pnrr «fosse stato fatto con questa intensità nei due anni precedenti probabilmente oggi ci troveremo di fronte ad una situazione diversa": lo ha detto il ministro per gli Affari europei, il Sud e le politiche di coesione e in Pnrr, Raffaele Fitto, a margine l’assemblea generale di Confindustria Bari-Bat in corso a Bari, a proposito delle polemiche sull'attuazione del Pnrr. «Abbiamo - ha proseguito - preventivamente immaginato di definire queste modifiche sulla quarta rata ed è un metodo che utilizzeremo anche sugli altri obiettivi degli altri semestri, nel senso che l’idea che noi abbiamo non è quella di guardare alla scadenza immediata come si è fatto precedentemente ma l'idea che noi abbiamo è quella inevitabilmente di alla scadenza finale del programma e quindi stiamo ragionando con questo angolo di visuale».
BONOMI: BENE DECONTRIBUZIONE LAVORO PER IL SUD
«Il ministro Fitto è l’uomo che ha voluto e ottenuto la proroga della decontribuzione sul lavoro per il nostro Sud. Grazie ministro, a nome di tutte le imprese che sono in questo teatro. E grazie anche al nostro presidente nazionale, Carlo Bonomi, che ha sostenuto il tema della decontribuzione, non come una misura del Sud per il Sud, ma del Sud per l’Italia». Lo ha detto il presidente di Confindustria Bari-Bat e Puglia, Sergio Fontana, durante l’assemblea di Confindustria Bari-Bat in corso a Bari.
«L'Italia ha bisogno di una vera politica industriale, le nostre aziende, orfane di una politica industriale degna di questo nome, in balia della volubilità dell’Europa hanno fatto quasi sempre da sole. E, nonostante ciò, hanno dimostrato di avere una forza straordinaria. Siamo stati capaci di un nuovo miracolo economico». Lo ha detto il presidente di Confindustria Bari-Bat e Puglia, Sergio Fontana, durante l’assemblea di Confindustria Bari-Bat in corso a Bari. "Abbiamo reagito alla pandemia - ha proseguito - con una crescita impetuosa nel 2021 e 2022. E quest’anno cresciamo ancora, mentre altri giganti rallentano. Infatti nei primi tre mesi di quest’anno, contro ogni previsione, il Pil dell’Italia è cresciuto ancora dello 0,3%: più di Germania, Francia e Regno Unito. Anche a Bari e in Puglia le imprese hanno dimostrato di saper crescere. Secondo la Banca d’Italia, nel 2022 l’attività economica in Puglia è aumentata del 3,3 per cento al netto dell’inflazione. Questa è la terra dove le cose si possono fare.
Per ricchezza prodotta la Città metropolitana di Bari, con i suoi 41 Comuni, è la prima economia su tutta la dorsale adriatica».
«Noi siamo il Sud che non si arrende. L'assemblea di quest’anno è dedicata proprio al Mezzogiorno che non si ferma, e che va avanti sempre, e nonostante tutto. Il Mezzogiorno non vuole più vivere di assistenzialismo, di aiuti a pioggia, di cassaintegrazione a vita, di reddito di cittadinanza. Il Sud ha bisogno di una sola cosa: lavoro».
Lo ha detto il presidente di Confindustria Bari-Bat e Puglia, Sergio Fontana, durante l’assemblea di Confindustria Bari-Bat in corso a Bari. E poi ha lanciato una proposta sulle Zes: «Rendere l'intero Mezzogiorno un’unica, grande Zona economica speciale. Un territorio con meno burocrazia e con crediti d’imposta per chi investe. Finalmente, dopo anni d’attesa, le Zes hanno cominciato a lavorare e stanno funzionando. Tuttavia l’iter della perimetrazione non è stato dei migliori. Qui in Puglia, alcuni aggiustamenti sono necessari. Ma lo strumento è efficace.
In Cina e in Polonia le Zes hanno ottenuto risultati straordinari. La Banca centrale polacca ha evidenziato che per ogni 100 posti di lavoro creati all’interno della Zes, ne sono stati creati 209 nelle aree limitrofe. In Cina, Shenzhen era una cittadina di pescatori di 20.000 abitanti negli anni '80: grazie alla Zes oggi è una metropoli di 9 milioni di abitanti. Noi crediamo nello strumento delle Zes e chiediamo al Ministro Fitto di potenziarle. Noi imprenditori siamo ottimisti per definizione e ci crediamo».