La questione

«Con tempi triplicati le misure cautelari diventano non efficaci», le critiche del procuratore di Bari

Isabella Maselli

È una critica senza mezze parole quella di Roberto Rossi al disegno di legge del ministro della Giustizia Carlo Nordio

BARI-  Tempi «triplicati» per gli arresti, tali da rischiare di rendere «non più efficaci» le misure cautelari, anche per reati gravi. È una critica senza mezze parole quella del procuratore di Bari Roberto Rossi al disegno di legge del ministro della Giustizia Carlo Nordio. Il testo della riforma che nei prossimi giorni approderà in Parlamento non piace ai magistrati. A preoccupare il capo degli uffici giudiziari barese, sede distrettuale dell’Antimafia, è soprattutto la parte relativa all’applicazione delle misure cautelari, che dovrà essere decisa da un collegio di tre giudici, e non più da un solo magistrato, e prima di esprimersi dovranno interrogare l’indagato (salvo in alcuni casi).

«La politica deve dire quello che vuole fare e lo deve dire con chiarezza, altrimenti non è corretto pensare che tutto possa andare come prima. Non sarà nostra responsabilità se si rallenteranno le misure cautelari» dice il procuratore Rossi. L’occasione per rivolgere la propria personale e professionale critica del testo del ministro Nordio è la conferenza stampa per presentare i risultati di una inchiesta antimafia che ha portato ieri in cella dodici affiliati a un clan della città, accusati di estorsioni ad un imprenditore. Arresti che, dalla denuncia della vittima fatta a febbraio, sono arrivati in pochi mesi e che hanno spinto magistrati e forze dell’ordine ancora una volta a lanciare un appello alla denuncia.

«Le misure cautelari sono importanti in un procedimento di mafia ed è importante che siano fatte in tempi brevi - spiega Rossi - . Attualmente gli uffici gip sono in grandissima difficoltà, perché le misure cautelari che noi richiediamo per reati gravi, che devono essere valutate con attenzione, sono moltissime. Con il nuovo disegno di legge, se dovesse entrare in funzione, i tempi saranno talmente allungati da non rendere spesso più efficace la misura cautelare, perché dobbiamo triplicare i tempi in quanto le decisioni saranno collegiali, quindi occorreranno tre gip anziché uno. Non solo, ma i gip saranno impegnatissimi a fare gli interrogatori prima e dopo. Non c’è nessun Paese al mondo che preveda una cosa del genere. Spetta a noi dirlo perché i cittadini lo devono sapere. Quindi mi permetto di dirlo, di esporre una critica garbata ma efficace, perché noi conosciamo gli elementi». «Poi ovviamente la politica farà le sue scelte - continua il procuratore di Bari - ma a questo punto deve fornire i mezzi e non sono certo sufficienti 250 nuovi magistrati come è previsto attualmente».

Roberto Rossi insiste: «Bisogna dirlo, perché i cittadini sappiano che la responsabilità di questi allungamenti di tempi non potrà essere addebitata alla magistratura. I nostri gip lavorano 10-12 ore al giorno, spesso anche la domenica, eppure non riescono a dare tempi già ora idonei, e ancora peggio sarà se si complica in questa maniera così rilevante la procedura per l’emissione delle misure cautelari. Con la riforma così come è, chiaramente nel pieno rispetto della attività della politica, bisogna dire ai cittadini che ci saranno notevoli criticità».

«Le scelte politiche noi non le discutiamo, faremo come sempre il nostro dovere - conclude il procuratore di Bari - ma abbiamo oggi il dovere e il diritto di esprimere il nostro parere tecnico, di persone che tutti i giorni lavorano su queste cose».

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