Dall'Arcivescovo di Taranto
Dalla Puglia alla Russia per la pace: un bassorilievo di San Nicola sarà portato a Mosca
L'opera è stata realizzata in terracotta dall’artista Cosimo Giuliano, già autore del San Michele portato lo scorso aprile a Kiev
In pellegrinaggio con un bassorilievo di San Nicola, venerato da russi e ucraini, dalla Cattedrale di Bari a quella di Mosca.
Lo accompagnerà mons. Filippo Santoro che poi incontrerà il Nunzio Apostolico in Russia mons. Giovanni D’Aniello, dopo aver già portato in Ucraina una lunetta con San Michele Arcangelo, «simbolo della lotta tra il bene e il male: la spada del male e la bilancia di una pace giusta, come dovrebbe essere».
Il 26 aprile, la lunetta partita dalla Cattedrale di Taranto, è stata posta nella Cattedrale di Kiev alla presenza dell’arcivescovo superiore Svjatoslav Ševčuk e dell’ambasciatore italiano Pier Francesco Zazo.
Il dono per Mosca sarà il secondo atto di «Tasselli di pace», iniziativa dell’associazione «L’Isola che non c’è» che nel viaggio dall’8 al 12 luglio avrà il supporto logistico e diplomatico dell’ambasciatore a Mosca Giorgio Starace.
«L’obiettivo è accompagnare la profezia che Papa Francesco ci chiede sul tema della pace: tentare ponti, costruire rapporti e non innalzare muri».
L’arcivescovo metropolita di Taranto si affida a un «intervento supplementare» di San Nicola per «riaprire le porte del dialogo e del negoziato che oggi sembrano chiuse. Chissà che per intercessione di S. Nicola possa accadere qualcosa di nuovo. Il Papa ci sta lavorando ma serve un orizzonte più grande».
Mons. Santoro chiarisce: «Abbiamo un contatto con sua eccellenza mons. Paolo Pezzi, arcivescovo cattolico di Mosca, che porrà il bassorilievo nella Cattedrale di Mosca. Poi ci riceverà il Nunzio Apostolico che rappresenta il Papa in Russia. Porteremo l’arte, la cultura e San Nicola che unisce nella devozione il popolo russo e il popolo ucraino. Questo bassorilievo lega il tema della bellezza con quello della pace. Anche in Russia si sta soffrendo. Per questo vogliamo portare un messaggio di vicinanza ai cattolici, agli ortodossi e alla popolazione che vive un momento di difficoltà e precarietà. È un’iniziativa culturale di fede e vicinanza tra i popoli».
Sull’urgenza di costruire una rete culturale capace di accogliere la pace, è intervenuto mons. Francesco Lanzolla, parroco della Cattedrale di Bari dove è stato esposto il bassorilievo: «Si fa una guerra organizzando l’odio e costruendo il nemico. Noi vogliamo fare il contrario: creare processi di dialogo, basati sulla cultura della mediazione tra popoli, sensibilità e interessi diversi, perché il processo di dialogo e riconciliazione è la premessa per un accordo equo e solidale».
Un cammino di pace che, come spiega mons. Lanzolla comincia non a caso dalla chiesa bizantina di Bari, da sempre «luogo della convivialità delle differenze» e depositaria dell’antichissima cultura greca dell’Impero Romano d’Oriente, i cui simboli sono ben visibili nell’architettura fondata nel 1034 insieme all’icona orientale della Madonna di Odegitria e «all’ecumene di San Nicola».
Franco Giuliano, fondatore de «L’Isola che non c’è» a cui aderiscono quasi 300 personalità del mondo accademico, culturale, ecclesiastico e diplomatico: «Questa seconda missione a Mosca è importante come la prima a Kiev perché vuole realizzare un’iniziativa bipartisan: essere messaggeri di pace attraverso l’arte, sperando di avere interlocuzioni anche con la Chiesa russa».
Ritratto al centro del bassorilievo in terracotta, nelle formelle laterali San Nicola è raffigurato nei miracoli della resurrezione dei bambini e del salvataggio dei marinai.
«La guerra è disastro – dice Cosimo Giuliano, già autore del San Michele portato a Kiev - e lascia ferite profonde nell’umanità. Spero che questa zolla di argilla possa contribuire alla pace».