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Omicidio a Capurso, il dolore della mamma: «Mio figlio non c’entrava»

 
Isabella Maselli

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Isabella Maselli

Omicidio a Capurso, il dolore della mamma: «Mio figlio non c’entrava»

La disperazione della famiglia: «Era andato lì per aiutare, per accompagnare un amico». Gli amici sui social: «Eri un ragazzo dal sorriso contagioso»

Domenica 19 Marzo 2023, 12:43

«Il dolore più grande è sapere che non c’entrava niente con quella storia». Sono le parole tra le lacrime della sorella di Vito Caputo, il 29enne di Mola di Bari morto giovedì a Capurso. Era lì con un amico, un 25enne della sua stessa città, e sarebbe rimasto coinvolto suo malgrado in una rissa nata da un litigio con l’ex compagno della donna dell’amico. Una rissa finita in tragedia i cui contorni sono ancora tutti da chiarire.

Ieri mattina la sorella e la mamma della vittima, che lascia una moglie e una figlia piccola, sono state convocate all’istituto di medicina legale del Policlinico, dove si trova la salma di Vito Caputo, per il riconoscimento giudiziario prima dell’autopsia. Accompagnate dalla loro legale, l’avvocato Antonella Petragallo, sono state ricevute dal professor Francesco Introna e dalla sua equipe e hanno dovuto affrontare l’esperienza straziante di vedere il loro caro sul lettino di un obitorio.

«Sono profondamente disperate e affrante dal dolore» ripete l’avvocato, incoraggiando le due donne a farsi forza. «Era l’unico che in quella situazione non c’entrava niente» ribadiscono sorella e mamma, «era andato lì per aiutare, per accompagnare un amico», il quale «evidentemente non gli aveva detto chi avrebbe incontrato e perché».

Sui social sono centinaia i commenti di cordoglio e vicinanza alla famiglia da parte di amici e conoscenti. «Eri un bimbo un po’ pazzerello, sei cresciuto, hai realizzato una famiglia e in un tratto finisce qui. Ora proteggi da lassù tua moglie e la piccolina» scrive un’amica su facebook. «Eri un ragazzo dal sorriso contagioso, infinita tristezza, veglia sulla tua famiglia» un altro commento. Un amico con «il cuore spezzato» auspica «che sia fatta giustizia. Non si può morire così» scrive in un post.

C’è anche chi riflette sul fatto che «ormai non si parla più, l’unico linguaggio è la violenza». «C’è molta cattiveria in giro - scrive un conoscente sempre sui social, commentando una delle notizie rilanciate dalla stampa locale sulla vicenda - e purtroppo a pagarne le conseguenze sono sempre le persone con dei valori, le persone sincere. Gente cattiva che cerca di distruggerti per chissà quale motivo e purtroppo quella gente la passa sempre liscia».

«Oggi - un ulteriore commento di un cittadino compaesano della vittima - è un giorno triste non solo per il mio paese di Mola ma per l’intera società e umanità. Poco importa e sinceramente non mi interessa sapere chi ha ragione, chi ha torto, il perché, le motivazioni, chi era, chi frequentava, cosa faceva e tante altre inutili informazioni. Mi scandalizza, mi terrorizza e mi disgusta prendere consapevolezza che si muore a 29 anni per mano di una coltellata e prendere ancora più consapevolezza che nella società attuale l’eccesso si è elevato a regola, senza più regole. Di questo ne siamo tutti colpevoli».

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