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Bari, dopo 13 anni è di nuovo libero l’assassino di Anna Costanzo

 
Isabella Maselli

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Isabella Maselli

Bari, dopo 13 anni è di nuovo libero l’assassino di Anna Costanzo

Alessandro Angelillo ha finito di scontare la condanna per l’omicidio della ex

Martedì 14 Marzo 2023, 09:00

09:13

BARI - Alessandro Angelillo è libero. L’assassino - oggi 49enne - di Anna Costanzo, la truccatrice del teatro Petruzzelli uccisa la notte tra il 10 e l’11 luglio 2009 nella sua casa a San Girolamo, ha scontato il suo debito con la giustizia. Angelillo è finito in carcere per il delitto (con una condanna irrevocabile a 16 anni e 6 mesi di reclusione) il 13 novembre 2009. Fine pena 9 marzo 2023, cinque giorni fa.

Dopo poco più di 13 anni, Angelillo è un uomo libero. Aveva già lasciato il carcere il 5 gennaio e ha trascorso gli ultimi due mesi agli arresti domiciliari.

Il suo nome, però, è tornato nelle aule di giustizia come imputato per un’altra vicenda, risalente al 2019. Ieri, in un’aula del Tribunale penale di via Dioguardi, è comparso in udienza accompagnato dal suo avvocato Francesco Andriola. L’accusa è violazione della misura del divieto di avvicinamento a una ex fidanzata. Durante un permesso di dieci giorni fuori dal penitenziario di Volterra dove era all’epoca detenuto per il delitto Costanzo, nell’agosto 2019, avrebbe violato quel vecchio provvedimento, che era stato disposto nei suoi confronti qualche giorno prima che venisse arrestato per l’omicidio.

Il processo, più volte rinviato dopo la citazione diretta a giudizio firmata dalla pm Luisiana Di Vittorio, è approdato ieri dinanzi al giudice. Nella stessa aula c’erano l’imputato e, dalla parte opposta, accanto alla sua legale, l’avvocato Maria Pia Vigilante, la fidanzata dell’epoca, parte offesa nel processo che non si è costituita parte civile.

LA VICENDA Angelillo all’epoca aveva 35 anni e due relazioni sentimentali, una con la truccatrice che poi uccise e una con un’altra donna, la quale però aveva deciso di lasciarlo. Non accettava la fine della relazione e avrebbe iniziato a manifestare comportamenti di «crescente aggressività» raccontò la ex nella denuncia contro di lui. Poi, a luglio, l’omicidio di Anna Costanzo.

Fu subito ritenuto il principale sospettato e mentre la Polizia indagava sul delitto, avrebbe continuato a molestare - era l’accusa da cui poi è stato del tutto scagionato - l’altra donna con cui aveva avuto una contemporanea relazione. Il 10 novembre 2009, sulla base delle accuse della ex, ad Angelillo la Polizia notificò un provvedimento di divieto di avvicinamento per i reati di violenza privata, lesioni personali e ingiuria.

Trascorsero solo 3 giorni (13 novembre 2009) e finì in carcere per l’omicidio. Quindi, da detenuto, ha affrontato i due processi: quello per le presunte molestie e, in abbreviato, quello per la morte di Anna Costanzo.

I PROCESSI A ottobre 2010 Alessandro Angelillo fu assolto dalle accuse di violenza privata e ingiurie nei confronti della ex e condannato per il reato di lesioni personali a nove mesi di reclusione. In appello, un anno dopo, fu assolto anche dall’accusa di lesioni.

La sentenza arrivò negli stessi giorni della requisitoria nel processo per il delitto Costanzo. Qualche mese dopo il gup inflisse 30 anni di reclusione per omicidio volontario pluriaggravato, dalla premeditazione e dalla crudeltà. A ottobre 2012 la Corte di Assise di Appello dimezzò quasi la condanna, escludendo l’aggravante della crudeltà, e riducendo la pena a 16 anni e 6 mesi di reclusione (confermati dalla Cassazione a febbraio 2014).

Quando, qualche giorno fa, ha terminato di scontare la pena irrevocabile per l’omicidio della truccatrice, si è trovato a dover affrontare un nuovo processo per la presunta violazione di una misura - il divieto di avvicinamento alla ex fidanzata - che, secondo la difesa, avrebbero dovuto revocargli da tempo dal momento che risaliva al 2009 e che dai reati che avevano portato al provvedimento cautelare era stato del tutto scagionato già nel 2011, quindi molti anni prima di quell’agosto 2019.

LA NUOVA ACCUSA Durante un permesso premio, nell’agosto 2019, Angelillo - è il reato che gli viene ora contestato - si sarebbe appostato davanti all’ufficio dove lavorava la ex (la stessa che dieci anni prima lo aveva denunciato) «fissandola con un sorriso di scherno» si legge nell’imputazione, seguendo con lo sguardo tutti i movimenti della donna, tanto da farla «spaventare a morte», per poi allontanarsi dopo che lei, dopo aver incrociato una pattuglia di Polizia locale, ad un semaforo su via Capruzzi, avrebbe chiesto aiuto. La ex lo denunciò, dicendosi impaurita da quel comportamento e la Procura ha ritenuto che essersi appostato davanti all’ingresso del posto di lavoro sia stata una violazione del «divieto di avvicinamento» a quella stessa donna disposto anni prima.

Così ne ha chiesto il processo, che dopo la prima udienza di ieri è stato aggiornato al prossimo 16 ottobre, quando è prevista la testimonianza in aula della persona offesa.

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